Da dodici anni a questa parte l’arrangiatore italo americano ed Palermo si è dedicato ad arrangiare la musica di Frank Zappa per big band. Progetto impervio, non solo per le lampanti difficoltà di scrittura e di combinazioni sonore ma progetto ancor più complicato se si pensa che il fine della ed Palermo Big Band era perpetuare l’arte di Frank Zappa con esibizioni live prima ancora che su disco. Palermo è però un tenace e nel 1994 trovò un ingaggio presso il celebre The Bottom Line, al Greenwich Village di New York City, città dove Palermo ancor oggi risiede e dove il sassofonista arrangiatore si era fatto un nome, prima come session man poi come membro della orchestra di Tito Puente poi come solista, sempre a guida di orchestre.
Solo New York City poteva accogliere un progetto così ambizioso ma allo stesso tempo umile come quello di Palermo che ha letteralmente sentito la necessità di proseguire l’operato del grande genio sulla strada della big band, quella che Palermo conosce meglio. I concerti della Big Band di ed Palermo diventarono in breve tempo dei piccoli eventi per fans e seguaci del Maestro. Dal 1994 al 2003 la formazione variabile ed elastica di Ed si esibì più di sessanta volte presso lo storico club, oggi purtroppo chiuso, aggiungendo almeno un arrangiamento ad ogni concerto. Paleremo, pur nell’imbarazzo della scelta, decise di iniziare a lavorare su arrangiamenti nuovi “ senza perdere il tono zappiano ma aggiungendo una cifra personale”. Ed è la cifra personale il tocco di classe di un album che nasce subito benissimo, per scelta di materiale, per qualità musicale dei solisti. Se qualcuno obbietterà che Paleremo ha tolto a Frank qualcosa di Frank stesso, è giusto sottolineare che Ed ha parallelamente compiuto un opera nel nome della continuità e della accessibilità.
Citando far i suoi eroi Todd Rundgren, Brian Wilson, Edgar winter, Nelson Ridde, Charles Tolliver, Gene Ammons, Prokofiev e Shostakovich, Ed Paleremo presenta in “Take your clothes off when you dance “ uno scintillante ensemble in grado di dare un costante tono swing allo sfaccettato universo zappiano.Il disco, secondo album dedicato al genio di baltimore, è un piacere dall’inizio alla fine con trovate con interludi di piccolo ed ottavino simili alle ebony variations di Stravinsky in “Pound for a brown on the Bus” o il drive eccellente del sax soprano nella fluida “Sleep dirt” che si apre con toni da colonna sonora o la straordinaria versione di “Gumbo variation”.
Considerato quanto raro sia ascoltare oggi una big band, soprattutto una BUONA big band, la formazione di ed Paleremo è due volte una gioia.
Zappa, alla stregua di Duke Ellington, Charlie Mingus, Thelonius Monk, Oliver Nelson o ancora prima Gorge Gershwin, Charles Ives, Aaron Copland, Samuel Barber e Cole Porter è parte dell’immortale schiera dei grandi compositori americano che hanno scritto il songbook del novecento.
La Ed Palermo Big Band rende popolare alcune delle pagine più belle della musica di FZ. Speriamo che qualche illuminato direttore artistico di questo o quel festival jazz se ne accorga e abbia il coraggio di portare questa straordinaria big band in Italia.
Ernesto de Pascale