.

Un messaggio da Ernesto de Pascale per il 2008

Il 1968 arrivò travolgendo in un attimo le istanze positive dell’estate dell’amore. Un alone di morte, violenza, angheria, rabbia, vento di rivoluzione, rumore rock e creatività underground venuta alla luce troppo in fretta furono i segnalibri degli eventi di un intero anno con cui, oggi, dobbiamo fare i conti.
Conti che facciamo a malincuore - nessuno ha messo il cappello nel raccontarlo prima che le celebrazioni iniziassero ricordandolo tutti come anno scomodo - perché dei segnali positivi di quel 1968 niente è rimasto se non nella memoria storica o nel marketing.
Molti chiedono la rivoluzione oggi, come quella del 1968 almeno!, ma tutti sanno che sarà impossibile farla. Ci siamo ammanettati da soli tanto tempo fa, contenti di accettare il contratto generalista da Co.Co.Co allo sviluppo mondiale e oggi siamo stati declassati a precari.

Sono stato indeciso fino a questa mattina se scrivere queste poche righe a voi amici de Il Popolo del Blues e poi mi sono deciso; dal mio punto di osservazione - un Natale a New York ma, ve lo assicuro! non alla maniera della coppia De Sica/Boldi - le riflessioni intorno a questo Natale vertevano verso problemi solidi, dal costo del petrolio alle discariche in Campania ed altrove.

Due parole volevo però rivolgerle a Voi e a quanti amano la musica vera (dicono che ancora esista da qualche parte...): abbiate coraggio, dimenticate le sicurezze del passato, non esistono più, fate oggi quello che potreste fare domani, uscite allo scoperto e iniziate a sporcarvi le mani come quelli che già lo fanno. Non usate più la musica e le canzoni come un terapia per la vostra insoddisfazione ma per esprimere punti di vista e pareri, riducete al minimo il consumo di materiali non riciclabili (quindi anche di tanta musica, grazie!), impegnate la vostra creatività nella formazione altrui, uscite dalla logica clientelare che le news ci raccontano con così tanta perizia di particolari e smettete di dare agli altri cattive notizie nel nome della vostra incapacità a risolvere le situazioni. Insomma, sforzatevi.
Qualcuno si starà chiedendo di chi parlo? di tutti e di nessuno, naturalmente. E scrivo questo con il sorriso sulle labbra. Perché neanche il fancazzismo di chi ci dice che tutto è All Right Now funziona, se mai ha funzionato. Non funziona più neanche per chi lo professa.
Conta solo la ricerca, lo studio, la conoscenza accurata dei contenuti, la concentrazione interiore, le finalità (meglio poche, odio i tuttologhi capaci di esprimersi su tutto) da rispettare, l’impegno nel particolare, la cura della propria potenzialità legata al risultato concreto, la condivisione con quanti la pensano nella stessa maniera. E per un pensiero, una idea, un attimo di condivisione si possono fare davvero kilometri.
Chi mi conosce per la mia attività professionale, o personalmente, sa che sono un osso duro, nel nome dell’indipendenza dei contenuti e della originalità delle proposte che ogni singolo essere umano ha il diritto ad esprimere nel nome del proprio potenziale. Ogni giorno cerco di raggiungere le finalità su riportate!


Grazie a quanti ci hanno seguito, letto, agli iscritti alla newsletter. Siamo anche quest’anno arrivati tante volte prima - nonostante imperdonabili ritardi di cui mi assumo tutte le responsabilità in prima persona - nel nome dell’indipendenza, della ricerca di buona musica senza troppe limitazioni, dell’informazione musicale e qualche volta non solo musicale. Abbiamo consigliato e offerto spazio a quanti pensiamo se lo meritassero, sicuri che quelli che non hanno ricevuto la stessa esposizione abbiano capito o capiscano che devono ancora lavorare!, e ci siamo relazionati con molti come noi scoprendo che siamo ancora in tanti. Tutte le scelte della redazione sono state da me avvallate, niente di ciò che è avete letto è stato pubblicato casualmente.

Per sottolineare ancora di più il ruolo dell’indipendenza, nel 2007 ho pubblicato un disco di canzoni originali, qualcuno di voi se ne sarà accorto. Essendo oramai alcuni anni che Il Popolo del Blues non pubblicava un disco Morning Manic Music è stato un evento che ho condiviso con tutti. Il disco è il risultato delle mie esigenze artistiche degli ultimi 24/36 mesi e i contenuti rispecchiano le mie personali reason why. Sono contrario ai dischi tanto per fare ma quest’anno il produttore Ernesto de Pascale ha firmato il lasciapassare all’artista Ernesto de Pascale che è ora impegnato a presentarsi allo stesso produttore, pronto per un altro lavoro, nel 2009.
Questo disco è stata una ottima cartina di tornasole per valutare il pensiero di tanti colleghi sul mio operato e su quello de Il Popolo del Blues : un giudizio positivo generale ha confermato la buona opinione intorno al sito e alla testata.
E’ staton altresì divertente leggere i giudizi di tanti colleghi che hanno ripreso pari pari il comunicato stampa inviato loro e di quelli che si sono dovuti inerpicare in vicoli ciechi per cercare il pelo nell’uovo. La musica è varietà, non allineamento, l’arte delle perfetta imperfezione. Sono stato inserito nella categoria dei non cantanti, questo mi inorgoglisce. La condivido con Captain Beefheart, Randy Newman, Tom Waits, Dylan, Donald Fagen, Lou Reed e molti altri miei eroi. Grazie!

E grazie infine a quanti hanno preso spunto dai nostri articoli e dalle nostre idee, la definizione del copyright è sempre più labile. Significa che abbiamo scavato a fondo sotto la melma alla ricerca del fiore, e poi fra i sassi, le rocce, nei tombini, nei vicoli, dovunque.

E siamo venuti a voi con un fiore che intendiamo non far morire.

Ernesto de Pascale
Firenze 10.1.2008
Ore 8.00
Ascoltando Christopher O’Riley - Second Grace: The Music of Nick Drake (World Village)

back to the state i'm in

.
.
eXTReMe Tracker