il popolodelblues

Special

Un anno di percorsi Ecm in jazz

29 dicembre 2013 by Michele Manzotti in Special
www.ecmrecords.com
www.ducalemusic.it

Come ogni anno il catalogo jazz Ecm (distribuito in Italia da Ducale) presenta album di grande interesse tra i linguaggi di jazz e classica. La mano del produttore Manfred Eicher da sempre tende a costruire una sonorità riconoscibile dell’etichetta di Monaco di Baviera pur nella diversità degli artisti che sono proposti. Abbiamo scelto quattro produzioni come esempio di un eclettismo marcato e di musicisti nel segno dell’eccellenza.

 

John Abercrombie Quartet – 39 Steps

John Abercrombie (chitarra) Marc Copland (pianoforte) Drew Gress (contrabbasso) Joey Baron (batteria)

La chitarra di John Abercrombie ritrova il pianoforte di oggi di Marc Copland. I due musicisti hanno infatti una collaborazione iniziata quarant’anni fa: nei primi anni settanta erano entrambi membri del quartetto di Chico Hamilton e sempre insieme hanno suonato con la band jazz-rock Dreams. In seguito, alla fine degli anni novanta, hanno rinverdito la loro partnership in vari contesti: dal duo piano – chitarra al trio con Kenny Wheeler, fino al gruppo Contact con Dave Liebman e Billy Hart. In quest’ultimo decennio poi, entrambi hanno avuto come membro regolare delle loro rispettive band il bassista Drew Gress. 39 steps vede Abercrombie padrone di uno stile che guarda alla tradizione dei chitarristi jazz (Wes Montgomey fra i primi) creando uno stile personale, melodico e di grande impatto. Copland asseconda questo tipo di suono dialogando e mettendosi al servizio del quartetto. Sei tracce sono scritte da Abercrombie, due da Copland, a cui si aggiunge un’improvvisazione collettiva e la proposta dello standard Melancholy Baby.


Tim Berne’s Snakeoil – Shadow Man

Tim Berne (sax alto) Oscar Noriega (clarinetto,clarinetto basso) Matt Mitchell (piano) Ches Smith (batteria, vibrafono, percussioni)

Tutt’altre atmosfere per il sassofonista compositore Tim Berne (nella foto che presenta lo special) con il quartetto Snakeoil. Dopo le accoglienze riservate dalla critica al suo disco precedente (in Italia per il Top Jazz di Musica Jazz è arrivato come terzo musicista dell’anno e quarto album nel 2012), Berne ha deciso di proseguite con Shadow Man. Dopo quattro anni insieme, Berne e la sua band di New York (il pianista Matt Mitchell, il clarinettista Oscar Noriega ed il batterista/percussionista Ches Smith)  hanno sviluppato il loro rapporto musicale tra improvvisazione e scrittura rigorosa seguendo le regole non-regole del free. Ritmi spezzati, strumenti portati al limite delle possibilità esecutive con echi dei Soft Machine ma senza bisogno di esecuzione elettrica. Un album che per questo potrà piacere anche ad appassionati di rock.  Tutti brani originali tranne il lirico Psalm di Paul Motian.

Ralph Towner / Wolfgang Muthspiel / Slava Grigoryan – Travel Guide

Ralph Towner (chitarra classica e a 12 corde) Wolfgang Muthspiel (chitarra elettrica e voce) Slava Grigoryan (chitarra classica e baritono)

Non è certo consueta una formazione di tre chitarre. Travel Guide documenta l’incontro di tre solisti, l’americano Ralph Towner, l’austriaco Wolfgang Muthspiel ed il kazako di nascita ma cresciuto in Australia Slava Grigoryan. I tre hanno suonato insieme per la prima volta in Australia nel 2005 e da quel momento hanno collaborato spesso assieme. Un disco del 2009 per l’etichetta Material Records dello stesso Muthspiel ha documentato inizialmente il lavoro di questo trio. Poi Ralph Towner ha proposto il progetto alla Ecm. Le corde dei tre solisti si intrecciano in melodie evocative e armonie rassicuranti proprio come la descrizione di un viaggio musicale all’interno degli strumenti.

Hildegard von Bingen - Ordo Virtutum

Ensemble Belcanto e Dietburg Spohr

Nel medioevo la musica scritta era spesso legata all’improvvisazione. Non stupisca quindi l’inclusione in questo speciale la composizione Ordo Virtutum, scritta nel 1150 di Hildegard von Bingen, badessa, teologa, mistica, cosmologa, filosofa, profetessa, guaritrice la cui influenza dal Medioevo si estende su molti diversi livelli ai tempi moderni, dall’emancipazione femminile alle riforme ecclesiali all’alimentazione salutistica. Un lavoro modernissimo ancora oggi a quasi 900 anni di distanza tanto che ricorda la prassi della musica colta del novecento. Senza diapason, le scale, le unità ritmiche, lo stacco dei tempi, l’articolazione, Ordo Virtutum è un vero e proprio trattato vocale in musica che sfida le nostre orecchie, stimola il cervello e riesce ad arrivare anche al cuore.

Michele Manzotti

Tagged , , , , , , , ,

Related Posts