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Recensioni

BluesFest, Royal Albert Hall, Londra, 29 ottobre 2014

15 novembre 2014 by Giulia Nuti in Concerti, Recensioni
http://www.bluesfest.co.uk

Elvis Costello e Georgie Fame nella stessa serata non sono un’accoppiata che capita di vedere spesso. Per di più se entrambi decidono di unirsi rispettivamente ai set dell’altro, dando luogo a due imperdibili duetti. E’ questo forse il momento più significativo dello spettacolo che si è tenuto lo scorso 29 ottobre 2014 a Londra. Il concerto ha segnato il gran finale di una più estesa giornata di spettacoli che fanno parte del BluesFest, festival dedicato alle dodici battute che si è tenuto nella capitale inglese dal 26 al 31 ottobre e che ogni giorno, a partire dalle ore 13, offre una serie di manifestazioni dislocate nelle diverse sale della prestigiosa Royal Albert Hall.

 Il compito di aprire la serata è toccato all’organista Georgie Fame, classe 1943,  con i suoi The Blue Flames. Già icona della scena mod e jazz inglese, Georgie Fame ha dato avvio al concerto con la citazione del classico Green Onions. E’ stato un set all’insegna dell’eleganza e della signorilità, con Fame circondato da musicisti di prim’ordine e una formazione composta, oltre che da chitarra e sezione ritmica, da tromba, sassofono e vibrafono. Ottima la performance vocale dell’artista inglese, che, oltre a vestire comodamente i panni di virtuoso dell’organo, ha intrattenuto il pubblico con storie vissute in prima persona sulla scena jazz inglese, ricordando personaggi, dischi allora difficilissimi da reperire e omaggiando Ronnie Scott (sassofonista e co-fondatore dell’omonimo club) a cui ha dedicato Don’t send me no flowers when I’m in the graveyard. Tra i momenti migliori del suo set, l’omaggio a Willie Nelson con Funny How Time Sleeps Away, una dilata versione di Moondance di Van Morrison e un conclusivo duetto con Elvis Costello, anticipazione del concerto successivo.

Elvis Costello è salito invece sul palco per uno show che lo annunciava come solista ma che ha poi visto l’inaspettata (e gradita) partecipazione di Steve Nieve al pianoforte su molti dei brani (già tastierista con Elvis nei suoi Attractions). Costello ha attinto per la scaletta a fasi diverse della sua lunga carriera, spaziando dai classici a brani più recenti, che hanno trovato un comune denominatore nella nuova veste completamente acustica. I don’t want to go to Chelsea, emblema dei suoi esordi, è stata così presentata al pubblico in un arrangiamento sostenuto solamente dal pianoforte frenetico di Nieve, che su Almost Blue ha invece imbracciato la melodica. Tra i momenti migliori, oltre all’apertura Accidents will happen e ad una Watching The Detectives suonata con la chitarra elettrica (che non avrebbe sfigurato anche su qualche brano in più), ottimi i brani tratti da dischi recenti come When I was Cruel e The Delivery Man.

Ottimi anche i concerti del pomeriggio, che hanno visto le esibizioni di Andy Fairweather Low, sessantaseienne chitarrista e a lungo sideman di Eric Clapton, The Hoax, grintoso combo inglese dedito a un rock blues con influenze anni ’70 e Dr.Feelgood, attuale incarnazione della storica band di Canvey Island che ha presentato un energico set con brani tratti dal loro storico repertorio.

Giulia Nuti

(foto di Giulia Nuti)