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Recensioni

Los Lobos, Summer Festival, Lucca, 7 luglio 2015

8 luglio 2015 by Michele Manzotti in Concerti, Recensioni

www.loslobos.org

foto (c) Alcide

Hanno dato una lezione di grande musica e soprattutto di come stare sul palco. Los Lobos, i lupi di Los Angeles est, rappresentano infatti molto di più di un semplice gruppo rock, seppure di grande livello. Sono un ponte tra due culture solido e affascinante. Figli di Elvis Presley ma anche, attraverso le origini messicane, di tutta la cultura latino americana, i componenti del gruppo sanno così mescolare sapientemente il rock californiano con la cumbia, i norteños e a altre forme. Lo fanno con tale bravura tecnica che permette loro di affrontare generi come blues e soul (come nel caso del medley Papa Was A Rolling Stone / Crossroads ascoltato dal vivo) quando vogliono e senza che la sonorità complessiva del concerto ne risenta. Anzi, sono valore aggiunto a un’energia originata da una passione che dura dal 1973 quando i Los Lobos si formano nella metropoli americana. Dopo tanti anni di concerti, incisioni e Grammy Awards, i lupi sono finalmente tornati in Italia per il Lucca Summer Festival proseguendo poi per la rassegna Strade Blu a Faenza.

 

 

La scaletta della serata lucchese in piazza Napoleone porta subito in Messico per poi tornare negli Stati Uniti in un continuo cambio di stili e di emozioni. L’asse del gruppo è formato dal cantante e polistrumentista David Hidalgo e dalla voce e dalla chitarra di Cesar Rosas, ben sorretti da tutta la band completata da Conrad Lozano, Steve Berlin e Louie Perez. Ci sono successi come Will the Wolf Survive, Evangeline, The train don’t stop here oltre a Volver, Volver e Kiko and the Lavander Moon. Richie Valens è ricordato con una festeggiatissima Come On, Let’s Go, mentre Mas y Mas viene proposta in una versione tirata da lasciare senza fiato posta alla fine dalla playlist ufficiale. L’atteso medley La Bamba / Good Lovin’ con la piazza intera a ballare sembra la conclusione più logica della serata. Invece ecco che il gruppo tira fuori l’asso nella manica che fa tornare indietro gli spettatori più frettolosi: una versione di Cinnamon Girl che riteniamo avrebbe affascinato anche il suo autore Neil Young. “Gracias, Italia” hanno più volte detto dal palco, con un’umiltà pari solo alla loro classe immensa.

Michele Manzotti

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