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Interviste

Betta Blues Society, “alla ricerca delle radici”

6 febbraio 2016 by Giulia Nuti in Interviste

Intervista a cura di Giulia Nuti e Fabrizio Berti

Roots è il vostro nuovo album, cosa c’è di diverso rispetto al passato?
Elisabetta Maulo: Abbiamo scelto di cambiare il suono rispetto al primo disco aggiungendo i fiati. Si chiama Roots perché è un ritorno alle nostre origini, all’incontro che c’era stato inizialmente tra me e Lorenzo Marianelli

I pezzi come sono stati scelti?
EM: Abbiamo scelto soprattutto traditional, canti di schiavitù, gospel, brani di personaggi come Sister Rosetta Tharpe. Siamo andati tuttavia anche in un’altra direzione, quella del blues più sporco, con brani come Ma Rainey’s Black Bottom. Abbiamo proprio accoppiato queste due anime per dare un’immagine complessiva del blues
Lorenzo Marianelli: Abbiamo fatto delle ricerche con i mezzi di adesso sulla musica blues dei primi del ‘900, un tempo si cercava con i vinili e le biblioteche, oggi si cerca con internet. E’ il caso del brano di Leadbelly in cui c’è anche la batteria di Daniele Paoletti. L’ho ascoltato una sera in un locale e sono andato a ricercarlo, c’è anche questo aspetto di riscoperta del repertorio


Su questo album avete fatto anche un lavoro di arrangiamento notevole…
LM: Abbiamo lavorato in trio partendo dal live, sugli arrangiamenti strumentali ma soprattutto sulle voci. Poi c’è venuta l’idea di aggiungere un sax baritono, Beppe Scardino, e una tromba, Pippo Ceccarini, che ha anche arrangiato le parti.  L’idea era quella di ricordare il suono di una street band e il risultato ci piace molto.

Le armonie vocali vi caratterizzano molto, siete d’accordo?
EM: Sono state arrangiate da Lorenzo Marianelli e Fabrizio Balest. E’ un’idea vecchia ma che questa volta abbiamo sviluppato in pieno, creando un vero e proprio coro che mi accompagna.
Fabrizio Balest: Abbiamo anche improvvisato, ma il risultato ha reso perfettamente

Vi “litigate” mai tra di voi nella sfida alla ricerca del brano più raro o più curioso?
LM: Ci litighiamo anche sull’ora a cui vedersi, non importa arrivare alla scelta dei brani!
EM: E’ una sorta di amore-odio!

Nel disco ci sono una serie di ospiti importanti…
EM: Sì, oltre a Beppe Scardino, Pippo Ceccarini e Daniele Paoletti c’è il grande Roberto Luti. Il suo stile si riconosce subito. E’ stata una grande emozione collaborare con lui, sia come chitarrista che come persona.

Nella vostra carriera avete aperto i concerti di numerosi artisti
LM: Ci sono state molte occasioni importanti come le aperture a Lynyrd Skynyrd, Brunori Sas, Edoardo Bennato, Alex Britti e recentemente Carmen Consoli che ha apprezzato molto la nostra musica

Qual è il vostro sogno nel cassetto per il futuro?
EM: Ci piacerebbe suonare nel maggior numero di festival possibili
LM: Sarebbe molto bello anche riuscire ad uscire dall’Italia, ci farebbe star bene come gruppo e come esperienza in generale.

 

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