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Recensioni

Joan Baez, Pala De Andrè, Ravenna Festival, 13 luglio 2016

14 luglio 2016 by Michele Manzotti in Concerti, Recensioni

www.joanbaez.com

Quell’arpeggio di chitarra è inconfondibile. Almeno per un pubblico italiano che riconosce subito Un mondo d’amore portata al successo da Gianni Morandi. Così al Pala De André di Ravenna nella prima tappa italana del tour An evening with, Joan Baez rende così subito omaggio alla nazione che la ospita. 75 anni portati splendidamente, la cantante di Staten Island ha dato vita a un concerto dove una carriera lunga e onorata ha trovato un’ottima sintesi in meno di due ore. Joan Baez, che per evidenti motivi di età non ha forzato sulle abituali note alte, ha infatti presentato un repertorio che si basava sulla tradizione americana, sui canti di protesta, su brani d’autore (Bob Dylan su tutti): tutti elementi che hanno fatto parte del suo mondo musicale. Una storia che l’ha portata a cantare in situazioni differenti (festival, teatri, club), ma sempre tenendo dritta la barra dell’impegno unita alla melodia. Già altri artisti avevano seguito questa prassi, che nel caso di Joan Baez è stato sottolineato da una voce impostata da soprano classico. Accompagnata da Dirk Powell, polistrumentista (banjo, chitarra, mandolino e piano), Gabriel Harris alle percussioni e talvolta dalla giovane cantante Grace Stumberg, la cantante ha sempre mantenuto alto il livello di autorevolezza artistica. L’omaggio all’Italia è stato completato da Bella ciao, da C’era un ragazzo che come me inserito tra i fuori programma seguito da Here’s to you dedicata alle figure di Sacco e Vanzetti. Alcuni brani fanno parte del doppio album celebrativo dei 75 anni (Concord/Egea): Diamonds and Rust, Deportee dedicata all’immigrazione messicana con versi in spagnolo, Seven Curses , lo spiritual Swing Low, Sweet Chariot , The House of The Rising Sun,  la splendida The Boxer di Paul Simon, Gracias a la vida. Poi il Dylan di Farewell, Angelina e It’s all over Now, Baby Blue, quindi Do Right Woman imparata in carcere dove era finita dopo una manifestazione di protesta, Me and Bobby McGee di Janis Joplin e, dal repertorio di Woodstock, Joe Hill presentata in un nuovo arrangiamento. Successo annunciato per una realtà della storia musicale. Con un sguardo al passato, ma un presente solido e un futuro tutto da scoprire.

Michele Manzotti

 

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