il popolodelblues

Recensioni

XXV Festival Beat, Salsomaggiore Terme, 1 luglio 2017

2 luglio 2017 by Michele Manzotti in Concerti, Recensioni

www.festivalbeat.net

(foto concesse dall’ufficio stampa del festival)

Per chi non ha mai frequentato il festival Beat di Salsomaggiore una premessa è d’obbligo. Forse non sapremo mai quanti spettatori vengano apposta per i concerti, o a frequentare l’area del festival solo per passare una serata all’aria aperta o una notte con i dj set. Però va detto che la programmazione è attenta a mischiare curiosità, esclusive italiane o comunque set che difficilmente saranno ascoltabili altrove. Un merito indubbio, anche se bisogna essere appassionati di beat nella sua declinazione garage e con la giusta dose di punk per ascoltare motivati l’intera serata. Ad aprire le danze (e a intrattenere il pubblico tra un set e l’altro) è Reverend Beat-Man che con Sister Isabel Garcia ha dato vita a un duo minimalista nella strumentazione, ma con la propensione alla dinamiche esagerate. Ci abbiamo visto e asoltato di tutto nelle varie esecuzioni: White Stripes, Tom Waits, lo spirito del cabaret di lingua tedesca e tanto rock’n'roll. La creatività passa in secondo piano rispetto alla propensione al divertimento con i due vestiti proprio da reverendo e suora per non lasciare niente al caso. Atmosfera d’Inghilterra per Graham Day con i sui Forefathers (foto in alto). Il leader è da quasi quarant’anni sulla scena e non pensiamo che abbia voglia di smettere. il suo è un garage essenziale, ispirato al tardo beat dei Sessanta (Small Faces e Yardbirds prima di tutto), e pieno di energia. In questo è affiancato ottimamente dal bassista Allan Crockford e dal batterista Wolf Howard. Musica che potrebbe essere ascoltata in un pub, ma fatta con grande professionalità e che trova la sua dimensione ideale in versione live.

The 5678′s (nella foto al centro) erano attesissime: divenute icone grazie a Kill Bill devono fare necessariamente i conti con l’età e con un’attività che ha superato i 30 anni. Il punto di forza del trio è sicuramente la batterista Sachiko Fujiyama che con la sorella  Yoshiko alla chitarra diede il via alla formazione: la sua prova ha rappresentato un giusto mix tra virtuosismo e rigore tanto da diventare la spina dorsale della struttura musicale. Non potevano mancare i grandi successi come Woo Hoo, I’m Blue, The Barracuda a cui si è aggiunta una figura di ballerina cantante (che non sapeva né ballare né cantare) a ricordare i tempi passati delle The 5678′s con una buona dose di ironia a contrasto con la seriosità con cui il trio si è presentato in pubblico. La serata si è conclusa con The Gories (nella foto in basso), formazione di Detroit arrivata a Salsomaggiore in esclusiva italiana e che mescola abilmente garage con soul e blues. Un power trio anomalo dato che non c’è il basso (due chitarre, una solista e una ritmica) e la batteria è limitata a due tamburi. Ma la potenza sonora e la creatività riescono a catturare bene l’attenzione di un pubblico molto motivato. Gran finale dal punto di vista qualitativo con molti che sono rimasti a ballare per tutta la notte grazie ai dj set.

Michele Manzotti

 

Tagged , , ,

Related Posts