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Adriano Tarullo – Storie di presunta normalità

20 gennaio 2018 by pdb in Dischi, Recensioni

(Produzione indipendente)
adrianotarullo.com

Inizia nel nome del padre e finisce nel segno della madre l’album firmato dal cantautore-chitarrista abruzzese Adriano Tarullo. La poesia quotidiana e profonda della famiglia, dei sogni di una ragazza, del volto scuro della vita normale sono il filo conduttore con cui l’artista tesse le sue “Storie di presunta normalità”. Le tinte con cui Tarullo dipinge il suo disco della maturità, il primo scritto in italiano e non in dialetto, sono quelle del funk, del blues, del jazz. Questo album arriva, e non è un caso, dopo la vittoria nella sezione Canzone d`autore nel Premio Letterario Internazionale “Treditre Editori – Città di Avezzano” (2004), dopo il Pigro Ivancover (2014) e la selezione dal Club Tenco per il format Il Tenco Ascolta. Il testo è poesia e la poesia è protagonista, anche quando ad essere citato è un grande maestro, Dylan Thomas, a cui il musicista fa riferimento dedicando una canzone al figlio Colm, vissuto per molto tempo in Abruzzo. Come un Leopardi del 2000, Tarullo lascia i suoi “pensieri naufragare” nella canzone “La mia testa in riva al mare”. Forte e commovente è il primo motivo, dedicato al padre malato. Il testo è degno di un vero cantastorie. “Bastarda malattia” inizia con una strofa che racconta tutto nell’inciso di un verso: “Mio padre non ha figli”. “L’arte di una madre” è il brano che chiude il cerchio, un viaggio nell’interiorità che appartiene all’uomo comune, e proprio per questo è tanto più intensa nella sua drammaticità.

Laura Tabegna

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