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Supersonic Blues Machine feat. Billy Gibbons, Carroponte, Sesto San Giovanni, 16 luglio 2018

17 luglio 2018 by Stefano Tognoni in Concerti, Recensioni

supersonicblues.com
Foto di Claudio Magnani

Da alcuni anni, la rassegna estiva proposta dal Carroponte dedica almeno una serata al blues. Quest’anno, grazie alla Barley Arts ci è stata concessa la possibilità di vedere, e soprattutto ascoltare, un vero e proprio supergruppo, composto da musicisti di grande levatura, i Supersonic Blues Machine. Formatisi nel 2016 su iniziativa del bassista, produttore e autore Fabrizio Grossi, del chitarrista e vocalist Lance Lopez e del batterista Kenny Aronoff, hanno all’attivo due ottimi cd, West of Flushing South of Frisco (2016) ed il recente Californisoul (2017). In realtà i Supersonic Blues Machine, sono una sorta di “gruppo aperto”, che nelle incisioni degli album si è avvalso di collaborazioni prestigiosissime, basti pensare a Billy Gibbons, Walter Trout, Warren Haynes, Robben Ford, Eric Gales, Chris Duarte e Steve Lukather.

Come pubblicizzato da tempo, nella serie di concerti europei, la special guest annunciata è stata Billy Gibbons, leggendario chitarrista/cantante texano, leader dei ZZ Top. Vista la valenza dei musicisti coinvolti, riteniamo opportuna una presentazione per ognuno di loro. Al basso e voce, Fabrizio Grossi. Come si deduce dal nome, è italianissimo, ma nei primi anni ’90 si è trasferito negli USA, dove si è inserito ad altissimo livello nell’ambiente musicale, nelle vesti di bassista, produttore e autore. La lista delle sue collaborazioni è kilometrica, ma possiamo citare nomi come Steve Vai, Alice Cooper, Joe Bonamassa, Neal Schon, Frank Gambale e decine di altri. Kenny Aronoff è un batterista che non necessita presentazioni. Per chi scrive, il suo “rullante”, è uno dei più riconoscibili e caratteristici del rock. Pur avendo collaborato con artisti i come John Fogerty, Paul Mc Cartney e The Smashing Pumpkins, per capire la sua grandezza, consigliamo l’ascolto, oltre che ovviamente dei cd dei Supersonic Blues Machine, di The Lonesome Jubilee, probabilmente l’album più importante della discografia di John Mellencamp.

Alle tastiere, un altro italiano che si è affermato negli USA, Alex Alessandroni Jr. Oltre ad aver partecipato alla registrazione di Californisoul, vanta collaborazioni del calibro di Bobby Brown, Whitney Houston, Don Felder. Christina Aguilera, Pink, Nelly Furtado, Natalie Cole e molti altri. Nota a parte, suo padre, Alessandro Alessandroni Sr, è stato il “fischio” più famoso dei film western, partecipando ad oltre 350 colonne sonore, oltre che compositore, arrangiatore e direttore d’orchestra. Alle chitarre e voce, hanno sorpreso positivamente l’inglese Kris Barras, e il canadese Serge Simic. Differenti stilisticamente, ma complementari, più vicino al blues il primo e dotato di Fender Telecaster, più legato a sonorità southern, e quindi con immancabile Gibson Les paul, il secondo. Barras è uno dei nomi emergenti del blues inglese ed ha già prodotto alcuni cd a suo nome. Simic collabora fin dal primo album con i Supersonic Blues Machine.

Per tutta la durata del concerto non hanno mai cambiato chitarre, sprigionando sempre un suono perfetto, e adatto alle canzoni proposte. Ultime, ma non per questo meno importanti, le efficaci e abili coriste, da sempre facenti parti del gruppo, anche in studio, Francis Benitez e Andrea Grossi. La band si è presentata sul palco puntualissima, e per tutta la prima parte della serata, senza Billy Gibbons, ha sciorinato undici brani trascinanti tratti dai loro album. Spazio quindi ad un repertorio che, pur avendo come comune denominatore il blues, ne ha mostrato il lato più contaminato con il soul, il funk e il R&B. Nel brano di apertura, I am done missing you, è stato subito coinvolto il bravissimo Fabio Treves che con la sua armonica si è inserito alla perfezione, confermandosi poi in L.O.V.E e nei bis finali.

A sorpresa, su Let In Be, è salito sul palco un altro grande chitarrista, con la sua fida Stratocaster bianca, Stef Burns. Dopo undici brani, annunciato con gli onori dovuti, è salito sul palco Billy Gibbons. Carisma eccezionale, ha dimostrato ancora una volta la sua grandezza, sia come chitarrista che come cantante, ed ha contribuito a portare le sonorità su atmosfere più vicine al blues/rock e al southern, partendo subito alla grande con la celeberrima La Grange dei ZZ Top, seguita da Broken Heart, brano dove ha partecipato in Californisoul. Dust My Broom di Robert Johnson, Running Whiskey, tratta da West of Flushing South of Frisco e Sharp Dressed Man, sempre dal repertorio dei ZZ Top, hanno preceduto i bis finali, dove per eseguire i classici Got my mojo workin’ di Muddy Waters e Going down di Don Nix sono stati richiamati sul palco anche Fabio Treves e Stef Burns. Serata davvero positiva e concerto imperdibile. Tutti i musicisti coinvolti si sono confermati di altissimo livello offrendo uno spettacolo di grande qualità ma al contempo coinvolgente, trascinante e divertente.

Stefano Tognoni

 

Scaletta

I am done missing you

I ain’t falling again

Remedy

L.O.V.E.

Watchagonnado

The stranger

Bad boys

Can’t take it no more

Elevate

Let it be

Hard times

 

Con Billy Gibbons:

La Grange

Broken heart

Dust my broom

Running whiskey

Sharp dressed man

 

bis

Got my mojo workin’

Going down

 

Stefano Tognoni

 

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