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Red Wine, i primi 40 anni

19 novembre 2018 by Michele Manzotti in Special

www.redwinemusic.net

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Durante il 10° Bluegrass Party dei Red Wine (Sllvio Ferretti banjo, Martino Coppo mandolino e voce solista, Lucas Bellotti basso e Marco Ferretti, chitarra) è stata espressa una metafora: fare Bluegrass in Italia è come mantenere intatto un cubetto di ghiaccio nel deserto. In effetti il gruppo nato a Genova ha un profilo molto alto negli Stati Uniti (dove il genere è di casa) e nei paesi anglosassoni, oltre a essere ospite abituale dei maggiori festival Bluegrass europei come La Roche e Willisau. L’Italia potrebbe fare molto di più per valorizzarlo, anche perché una storia di quattro decenni non si improvvisa e vista la qualità dei musicisti si potrebbe tranquillamente passare oltre le barriere di generi musicali, oggi sempre più anacronistiche. Ecco quindi che il Bluegrass Party diventa non solo una festa come è giusto che sia, ma anche un’occasione per gli appassionati di buona musica per segnarsi la data nel calendario di anno in anno per non perdere l’appuntamento. Gli ingredienti del Bluegrass Party sono innanzitutto la qualità e il rigore tipici dei musicisti di alto livello, la comunicativa del gruppo e dei suoi ospiti, lo stile e il repertorio. Ma c’è qualcosa di più che riguarda la città dove i Red Wine hanno la base. Il pubblico di Genova infatti ha risposto compatto nel riempire il Teatro della Tosse sottolineando come la buona musica sia nel Dna del capoluogo ligure. Una manifestazione di affetto verso una storia importante ricambiata da uno spettacolo unico e pieno di sorprese.

Partiamo da queste, e innanzitutto da Michele Maisano, in arte Michele. La sua Susan dei marinai con il testo scritto da Fabrizio de André (poi firmato da Sergio Bardotti) è stato uno dei momenti più belli della serata, con i Red Wine perfetti partner dato che avevano inciso la base per gli spettacoli del cantante. Poi la struggente Un ponte è solo un ponte, del poeta e cantautore Silvano Chidda, dedicata alla tragedia del 14 agosto e inserita nei fuori programma. Quindi i disegni fatti dal vivo da Roberto Zizzo, autore anche del disegno di copertina del nuovo album Carolina Red, inciso in North Carolina nello studio dei fratelli Kruger e in gran parte proposto nella scaletta del Bluegrass Party. Un disco che comprende brani originali (Hometown Boy, Nancy Ann), cover di lusso (Somewhere Between di Merle Haggard e American Girl di Tom Petty) e pezzi scritti pensando al gruppo come quelli di Shane Sullivan (Little Step) e di Chris Brashear (Sad Parting, Sad Goodbye). I quattro Red Wine, con il componente aggiunto Davide “Zazza” Zalaffi alle percussioni e con Paolo Ercoli alla pedal steel e al dobro, hanno festeggiato degnamente con tante persone sul palco (ricordiamo Paolo Bonfanti alla chitarra e Paolo Consani all’armonica) dimostrando come il bluegrass sia un linguaggio che si adatta alla perfezione a tanti standard. In primis quelli soul rappresentati da People Get Ready di Curtis Mayfield e dal bis Stand By Me di Ben E.King.

Grande successo finale e brindisi nel foyer con tutto il pubblico. E i Red Wine impeccabili padroni di casa in perfetta simbiosi con la loro città.

Michele Manzotti

 

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