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Interviste

Reese Wynans: “Solista dopo tanti anni, sulle orme di Stevie Ray”

7 marzo 2019 by Michele Manzotti in Interviste

www.mascotlabelgroup.com

Foto di Ed Rode

E’ un pezzo di storia del blues. Uno di quei grandi professionisti che rappresentano la spina dorsale di una band, facendo parte dei collettivi che rendono un brano e un repertorio qualcosa di solido e di unico, Specialmente, come nel caso di Reese Wynans, se si suonano le tastiere che impongono a un musicista di restare fermo sul palco, Wynans, per anni al fianco di Stevie Ray Vaughan, è arrivato al suo primo album solista dopo tanti anni di carriera. Sweet Release è stato pubblicato dalla Provogue-Mascot con distribuzione italiana Edel, è pieno di ospiti ma soprattutto rappresenta l’ottima forma del rock blues rappresentata da un musicista di esperienza.

Com’è nata l’idea di questo album? In tanti anni di carriera questo è il suo primo disco solista.

Tante gente durante la mia carriera mi ha chiesto come mai non pubblicavo un lavoro a mio nome, anche agli inizi, ma non ne ho mai sentito il bisogno. E’ stato Joe Bonamassa a tirare fuori tutto quanto avevo in mente e anche per lui si è trattato di un esordio, dato che è stata la sua prima esperienza da produttore.

Parlando di Bonamassa, come è stato lavorare con lui durante la registrazione?

Io ho fatto parte per 5 anni della sua band, Quindi io conosco bene lui e lui altrettanto me. Quindi si è limitato a darmi le indicazioni necessarie, poi è venuto tutto fuori facilmente. Pensavo a un album di strumentali  ma abbiamo messo anche la voce dei musicisti ospiti. Non la mia, se no sarebbe stato un disastro…

Ascoltando l’album sembra che si sia divertito molto. Come ha scelto un repertorio così vicino al suo modo di intendere la musica?

E’ in pratica un compendio di quello che ha fatto parte di me negli ultimi anni. C’è la presenza dei Double Trouble, di Kenny Wayne Shepherd (tutti ospiti nell’album), e ovviamente non potevano mancare brani di Stevie Ray Vaughan come Crossfire e Say What!. Bonamassa si è ritagliato uno spazio in So Much Trouble dove ha cantato ed è stato protagonista di un assolo alla chitarra.

Ha parlato di Stevie Ray Vaughan, e lei è conosciuto per esserne stato uno dei collaboratori più stretti. Che lezione ha lasciato nella musica di oggi?

Quando ho iniziato a suonare con lui il blues non se la passava tanto bene. Lui è riuscito a costruire un’opera di rinnovamento talmente importante non solo da rivitalizzare il genere, ma anche da influenzare tanti musicisti jazz e rock. E’ stato veramente uno dei migliori chitarristi che partendo dal Texas ha saputo conquistare il mondo del blues.

Il blues oggi è in buona forma grazie anche a lui?

Lui ha insegnato quanto sia importante andare avanti senza dimenticare le lezioni del passato, Ascoltava e diceva di ascoltare i grandi come Freddie King, B.B.King e Muddy Waters. Solo grazie a queste lezioni importanti si può costruire qualcosa di veramente nuovo.

Michele Manzotti

 

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