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The state I'm in

In memoria di Alessandro Mannozzi

28 aprile 2019 by Michele Manzotti in The state I'm in

E’ deceduto improvvisamente Alessandro Mannozzi, conduttore radiofonico e giornalista. I funerali si terranno lunedì 29 aprile a Roma. Nella foto Mannozzi è tra Ernesto de Pascale ed Emma Tricca all’Auditorium Parco della Musica di Roma in occasione del tributo al Folkstudio il 23 novembre 2009

Non sembra vero, anche se i minuti e le ore passano dalla notizia che non avremmo mai voluto avere. Dovremo quindi abituarci alla tua assenza, così come tutti quelli che ti conoscono. Dai familiari agli amici. Ai colleghi con cui hai condiviso il microfono di tante trasmissioni di Radio Rai. Ai tanti ascoltatori nelle cui case sei entrato in punta di piedi, specialmente nelle ore della notte o del primo mattino. Magari non conoscendo il tuo nome, ma ascoltando con piacere la tua voce inconfondibile.

Quel microfono ti ha accompagnato per tutta la vita. Non avevi lavorato solo in Rai, ma l’azienda di Stato è stata indubbiamente la tua casa. Hai avuto la fortuna di far parte dei ragazzi di Pier Luigi Tabasso nell’esperienza di Rai Stereonotte, insieme a Ernesto de Pascale che ti ha preceduto nel lasciarci. Eri uno di coloro che arrivava in via Po 14 pieno di vinili così come i tuoi colleghi, entrando in quella concorrenza virtuosa che aveva come scopo quello di fare ascoltare buona musica a tutta l’Italia che viveva e lavorava di notte.

Nonostante questa esperienza, hai voluto andare oltre e ottenere l’iscrizione all’Ordine dei giornalisti. Così anche Il popolo del Blues ti ha aperto le porte. Grazie al nostro archivio i lettori possono recuperare alcuni dei tuoi scritti, fra cui un’intervista a tutto campo con Sergio Cofferati oltre agli argomenti musicali in senso stretto. Avevamo in mente varie cose per il futuro: articoli, qualche concerto romano, un progetto in cui la tua voce sarebbe stata protagonista. E ci siamo cullati nell’illusione del “tanto abbiamo tempo”.

Ora il tempo è finito e siamo tutti sconvolti dal fatto che dietro al microfono tu non ci sei più.

Michele Manzotti

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