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Teenage Fanclub, Ferrara sotto le stelle, Castello Estense, Ferrara, 11 giugno 2019

12 giugno 2019 by Michele Manzotti in Concerti, Recensioni

www.teenagefanclub.com

foto (c) Francesca Sara Cauli – Ferrara sotto le stelle

Da Glasgow con orgoglio. Quello di restare se stessi proponendo un suono che non indulge a effetti speciali se non alla qualità della scrittura. I Teenage Fanclub, che hanno aperto Ferrara sotto le stelle nella loro unica data italiana, sono consideati i padri dell’indie rock, ma a noi piace definirli un gruppo beat. Certo, un beat diverso da quello che viene automaticamente in testa pensando al genere, quello dei Sessanta. Nella loro proposta ci sono anche queste origini, imprescindibili per tanti musicistii successivi, ma vengono trasformate in un linguaggio che nasce nei Novanta restando originale anche oggi nonostante che negli anni a venire sia successo di tutto nella musica. La formazione a cinque attuale si muove su questa strada con sicurezza: in formazione i componenti fondatori Norman Blake, Raymond McGinley (entrambi chitarristi e cantanti con Blake frontman del gruppo), il batterista Francis MacDonald e i componenti più giovani Dave McGowan al basso e Euros Childs a tastiere e cori.

La conseguenza è quella più naturale per ogni concerto che si rispetti: il pubblico si diverte e balla. Peccato che nel cortile del Castello Estense il numero di spettatori non fosse adeguato al valore del gruppo e in alcuni punti l’acustica non era al massimo livello. Ma questo non ha impedito al gruppo di dare il meglio, senza fronzoli e con tanta sostanza. Per quanto riguarda il repertorio i Teenage Fanclub hanno pescato dalle loro varie proposte discografiche, non disdegnando di suonare brani recenti, come Everything is Falling Apart, di cui è stato messo on line il video. Ma evidentemente lo spazio era quasi tutto per i pezzi storici dall’iniziale About You, Start Again, It’s A Bad World, la ballata Only With You, Everything Flows posta come fuori programma. Tutti festeggiati dagli spettatori tra cui c’era uno zoccolo duro di fans encomiabile per entusiasmo.

Un gruppo che meriterebbe di suonare di più nel nostro paese anche per dimostrare come l’orgoglio di restare se stessi paghi sempre. Specialmente se il pubblico sa come divertirsi adeguatamente.

Michele Manzotti

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