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Recensioni

Jon Boden & The Remnant Kings – Rose in June

2 novembre 2019 by Michele Manzotti in Dischi, Recensioni

(Hudson Records)
www.jonboden.com

Jon Boden è uno degli artisti più rispettati del folk britannico. La sue esperienze soliste, ma anche quelle con John Spiers e con i Bellowhead, lo hanno posto tra i punti di riferimento del genere, anche tra i colleghi. Come ascoltatori, la curiosità è quella di capire se le sonorità restano quelle più cupe e riflessive del precedente Afterglow o se ritornano a essere solari come quelle del citato supergruppo folk. Un pensiero legittimo dato che accanto a Boden c’è il progetto Remnant Kings allargato a undici elementi, lo stesso numero dei Bellowhead. All’ascolto questa atmosfera è ritornata in buona parte, anche grazie alla presenza di archi e fiati e di musicisti (Sam Sweeney e Paul Sartin) che hanno fatto parte di quella esperienza. Rimane però la vocazione a una scrittura e a un’interpretazione più legata al cantautorato. Come nella cover di Hounds of Love di Kate Bush (sottolineata dalla concertina di Ben Nicholls e Ben Harbron, due componenti del progetto Full English) o nella ballata Going Down to the Wasteland. Ma ci sono anche strumentali di grande forza ritmica ed espressiva come Leviathan/Tombola, Ruin Reel, Carnival Hornpipe, O brani che ricordano i Bellowhead con un suono più elettrico (All Hang Down e Seven Bonnie Gypsies già nel repertorio di Boden). In sintesi un disco che vede il miglior Jon Boden come interprete, compositore, arrangiatore e leader e un ritorno a un suono molto amato da chi scrive.

Michele Manzotti

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