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Recensioni

Simone Maggio 4et – Cuerdas

9 giugno 2020 by Michele Manzotti in Dischi, Recensioni

(Camilla records)
www.simonemaggio.com
https://camillarecords.slmc.it/

«Cuerdas» ovvero corde. Che siano quelle percosse dai martelletti del pianoforte, o quelle del violino che risuonano grazie all’archetto, o anche quelle che del contrabasso che vengono pizzicate. A cui si aggiunge il suono delle percussioni. Se parliamo di jazz, questa combinazione è piuttosto inconsueta. Eppure è la proposta, interessante negli intenti ed eccellente nella realizzazione, del pianista grossetano Simone Maggio il cui quartetto è completato dal violinista Carlo Cossu, dalla contrabbassista Federica Michisanti e dal batterista Ermanno Baron. Maggio è esecutore e didatta al Saint Louis College of Music di Roma. Questo disco (il sesto della sua attività) in cui entra uno strumento tipico del mondo classico quale il vioino, supera i confini del jazz per accostarsi alla tradizione colta contemporanea. Un linguaggio che fa parte della formazione musicale di Maggio le cui composizioni sono la base di questo lavoro discografico da leader. Pezzi che sono intervallati da improvvisazioni collettive del quartetto, dove va evidenziata la presenza di Federica Michisanti, vincitrice del Top Jazz e che ha a sua volta ospitato Maggio in due produzioni discografiche. Venendo ad alcuni brani più significativi, la traccia titolo posta all’inizio del disco mostra con evidenza la ricerca sonora che non abbandona i lidi melodici ma che al tempo stesso ne raggiunge i limiti. Una caratteristica evidente anche in «The book of dreams», caratterizzato dal ritmo lento e da una sorta di riflessione di ogni musicista su elementi cantabili e armonici. «White snow» è più mosso e mostra come il quartetto riesca a dialogare seguendo linee parallele che si fermano, riprendendo poi il loro percorso quando Maggio lancia altre proposte tematiche. Ci fa piacere ricordare anche «Touch», dove contrabbasso e pianoforte intonano un corale di grande cantabiltà. Ottimo il lavoro di Cossu, nella sua proposta sonora, come quello della ritmica di Baron, discreta ed essenzale.

Michele Manzotti

 

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