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The state I'm in

“Anni ’80 a Firenze, rendiamo attuale quel periodo”

8 luglio 2020 by pdb in The state I'm in

Ernesto de Pascale, Bruno Casini e Laura Mauric all’inaugurazione della mostra Week End Postmoderno alla stazione Leopolda, dedicata ai 20 anni del Tenax e alla Firenze anni ’80, 10 febbraio 2002

Al Sindaco di Firenze Dario Nardella

Caro Sindaco,

le persone che firmano questa lettera hanno vissuto in prima persona le esperienze culturali degli anni ’80 a Firenze. Sono organizzatori di eventi o concerti, gestori di locali, operatori del teatro e del cinema, animatori della vita musicale, produttori discografici, giornalisti di radio e riviste, scrittori e registi, fotografi, promotori di moda e design, creativi e artisti in ogni campo della allora emergente multimedialità. Ci ha spinto a scriverti la consapevolezza che gli anni ’80 siano stati un periodo straordinario per questa città, forse l’ultima volta in cui Firenze è stata, per un decennio, capitale mondiale di una tendenza culturale: la new wave fiorentina. La città è stata il centro di un nuovo modo di vedere e concepire le cose, che ha coinvolto tutti gli aspetti della creatività e della vita quotidiana: la moda, la musica, il gusto, il teatro, il cinema, il tempo libero. Sono nati gruppi musicali, teatrali, centri culturali, case discografiche, radio, riviste, locali, discoteche, case editrici. Si sono svolte manifestazioni di livello nazionale come il Festival delle etichette indipendenti, il Florence film festival e Pitti Trend. Sono stati organizzati concerti rimasti memorabili. Sono nate nuove professioni, che oggi ci sembrano normali, ma la cui importanza allora solo da alcuni fu colta.

Tutto questo è stato tanto più straordinario perché avvenne in maniera spontanea, inizialmente sotterranea, attraverso autoproduzioni, dopo anni in cui la vita pubblica era stata ferita dal clima pesante degli anni di piombo. Sembrava impossibile, eppure si ricreò uno spazio pubblico gioioso con al centro la cultura e la creatività. Di straordinaria importanza fu anche l’affermazione del diritto ad una sessualità autodeterminata senza discriminazioni omofobe. Studiosi o anche solo persone culturalmente curiose venivano nella nostra città da tutta Italia per scoprire i segni di questa nuova onda e i creativi fiorentini giravano il mondo organizzando eventi, mostrando le opere del loro ingegno. Firenze era al centro, e non si chiudeva, come nei momenti migliori della sua storia, in un narcisismo snobistico, ma si apriva alle contaminazioni con il mondo.

Una stagione certamente favorita dalla presenza di contenitori come le Case del Popolo ARCI, in cerca di nuova identità e disposte, pur fra contraddizioni generazionali, ad accogliere le nuove idee e progetti giovanili e che hanno ospitato molte iniziative culturali. Favorita anche dalla presenza di quella voce collettiva di straordinaria potenza che erano le “radio libere” (come Controradio e Radiocentofiori), capaci di raccogliere, veicolare e amplificare la nuova onda. Ma anche da nuove testate giornalistiche, come nel caso di Firenze Spettacolo e Westuff. L’importanza di quello che accadeva a Firenze in quegli anni a livello almeno europeo è testimoniata dalle molte pubblicazioni, dal riconoscimento di molti operatori culturali in Italia e nel mondo. Firenze era al centro di una nuova onda, insieme a New York, Londra, Parigi. Siamo tutti noi grati e riconoscenti a quel periodo, lo ricordiamo con affetto, ci sembra che gli effetti di quell’onda si facciano ancora sentire a Firenze ed in Italia, anche se quel decennio, con la sua forza e la sua energia, è terminato.

Vorremmo che questo periodo della vita fiorentina, non solo giovanile, non venisse dimenticato, e fosse anzi rafforzato nell’identità culturale contemporanea della città. Firenze è fatta di tante cose, di molta storia, anche della storia di quegli anni. Alcuni di noi, in particolare Bruno Casini, hanno dedicato del tempo a raccogliere materiali e documentazione, pubblicando libri e realizzando film, contribuendo a non disperdere un enorme patrimonio di testimonianze e di fonti (scritte, visive, fotografiche). Un lavoro di documentazione che non ha però a Firenze una sua sede, un suo luogo, una sua visibilità. Crediamo che sia giunto il tempo che il Comune di Firenze riconosca con orgoglio quel periodo, come parte importante della sua storia, e trovi i modi e le forme per organizzare in modo attivo e vitale la memoria di quegli anni, condividendola con tutti i cittadini, con le nuove generazioni, ma anche con le generazioni che hanno preceduto quel decennio.

Non abbiamo una proposta specifica da farti. Un’idea potrebbe essere quella di dedicare uno spazio descrittivo di quegli anni all’interno del Museo del ‘900. Oppure farli vivere in modo non effimero con iniziative allestite altrove, che possano dare un riferimento strutturale e costante a quegli anni. Intorno a queste scelte, potrebbero essere organizzati eventi con l’obiettivo di avvicinare le persone a quel periodo, a quella sensibilità, stimolando così le nuove generazioni a sviluppare la propria contemporanea creatività, per favorire un’altra onda che faccia tornare Firenze al centro della cultura giovanile globale. Un segno attuale del collegamento fra quell’esperienza e la contemporaneità è dato dalla recente mostra dedicata ai ritratti di Derno Ricci, nel decimo anniversario alla sua morte, ma anche i molti gruppi musicali giovanissimi che si ispirano a quegli anni.

Una città è la sua storia, anche quella recente. Gli anni ’80 hanno dato un senso a Firenze, un ruolo, almeno ad alcune generazioni. E quest’anno corre il quarantesimo anniversario dell’inizio di quel decennio, con la nascita del gruppo fiorentina dei Litfiba e l‘apertura di un locale storico, il Casablanca. Ti chiediamo un incontro per valutare insieme cosa fare di concreto per valorizzare e ricordare quegli anni, documentare cosa è accaduto e renderlo fruibile alla città di oggi e alle nuove generazioni.

Primi firmatari

Betty Barsantini, Bruno Casini, Stefano Fabbri, Andrea Sbandati, Vincenzo Striano

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