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Interviste

Giorgio Verdelli: “Vi racconto le mie strade del Soul”

19 luglio 2020 by Michele Manzotti in Interviste

www.porrettasoul.it

Ha riportato un grande successo con “Unici”, le monografie dedicate ai grandi artisti (Guccini, Pavarotti, Bocelli, Dalla, Ramazzotti, Mina, Vasco Rossi, Bolle) trasmesse su Rai2. Ma la sua grande passione è legata alla black music. Di Giorgio Verdelli, regista e autore televisivo, sarà presentato a Porretta Soul Movies “Le strade del Soul” sabato 25 luglio alla presenza del coautore Graziano Uliani e del giornalista Sergio Mancinelli (Rufus Thomas Park, Porretta Terme)

Come nasce la passione della black music e quando è stata individuata Porretta come centro di questo genere in Italia?

Sono stati due momenti distinti, l’amore per la musica nera parte da Napoli perché ero un grande fan degli Showmen. Facevano una versione di Papa’s got a brand new bag di James Brown che per certi versi era superiore all’originale. Dal vivo erano una macchina da guerra e li conoscevo perché il tastierista era del mio quartiere. Poi ho iniziato a seguire gli originali che ascoltavo a “Per voi giovani” o ad “Alto Gradimento”. Graziano Uliani di Porretta Soul l’ho conosciuto successivamente per via di Solomon Burke, grande passione di entrambi. Da lì mi sono appassionato e ho iniziato a seguire il festival. Una volta ci portai addirittura Nicola Arigliano: facevo un programma come inviato e Arigliano fu protagonista di una performance, dopo la quale lo presentammo a Percy Sledge.

Qual è l’origine delle “Strade del Soul”?

L’input nacque da Graziano: “c’è questa cosa che viene organizzata a Memphis, con l’inaugurazione del museo. Perché non giriamo qualcosa?” Così, senza alcuna autorizzazione preventiva, sono partito portando una troupe: è stata un’esperienza bellissima che mi ricordo ancora molto bene. Ho un po’ di rimpianto perché ho sbagliato a non mandarlo al cinema (allora si lavorava con la pellicola). Sarebbe stato l’inizio dei docufilm musicali. Comunque le soddisfazioni ce le siamo prese: il film fu scelto per inaugurare i programmi digitali della Rai, a Raisat show grazie a Paolo Giaccio, una persona molto illuminata, ed è andato in onda al premio Ciak. Senza essere troppo esagerato, per certi versi abbiamo anticipato i documentari sul blues di Martin Scorsese. Era il 2003 e all’epoca dovevamo fare la trasposizione in pellicola, ma costava tanto e sinceramente non avevamo le coperture necessarie. Non c’era ancora l’abitudine di andare in sala per vedere i documentari. Però non si può mai dire nella vita.

Chi sono i protagonisti del film?

Tutti gli artisti che erano in quella serata particolare, come Solomon Burke, Percy Sledge, Michael McDonald. Con lui fu fatta una splendida intervista in cui raccontava come aveva iniziato a imitare gli artisti neri. Poi c’erano Eddie Floyd e Isaac Hayes con il quale facemmo le riprese al suo ristorante e poi dietro le quinte dove si trovavano anche Steve Cropper e Donald “Duck” Dunn. Una circostanza irripetibile e impressionante, dato che alcuni degli artisti sono mancati nel frattempo. Poi ci fu un momento bellissimo con i Memphis Horns, Andrew Love e Wayne Jackson, che sul palco attaccarono esattamente le prime note di Try A Little Tenderness. Siamo quindi stati in giro per Memphis, andando anche a Graceland e a Macon. Una bella avventura. Nel film abbiamo inserito materiale di Porretta con le riprese però fatte prevalentemente negli Stati Uniti. Qui Graziano, soprattutto a Memphis, si muove con una familiarità con la quale mi posso muovere io a Mergellina.

La serata di Porretta sarà una prima su grande schermo del film?

Sì, per me è una cosa molto emozionante: quel documentario lo avevo proiettato in una rassegna nel Palazzo delle Arti a Napoli. Non c’era lo schermo cinematografico, ma era comunque una televisione di grandi dimensioni. In quella occasione un amico mi disse: “Guarda che questo documentario ha un linguaggio cinematografico”. Lì mi ha messo il tarlo per un’attività che ho sperimentato più avanti. Però rimane il rimpianto di non averlo fatto subito con le Strade del Soul in pellicola.

Michele Manzotti

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