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Luca Rovini – 10 canzoni per dipingere il cielo

1 agosto 2020 by pdb in Dischi, Recensioni

(Produzione indipendente Compañero records)
www.lucarovini.com

Luca Rovini è un rocker pisano, anarchico, senza peli sulla lingua, follemente innamorato dell’America e dei suoi cantautori underground, ma anche dei fratelli De Gregori. Rovini era pronto per entrare in studio con la sua band, i fedelissimi Compañeros, ma il covid ha bloccato tutte le registrazioni. Chiaramente un artista non smette mai di pensare, di scrivere, di trasmettere qualcosa, così ha deciso di rispolverare la sua vecchia Takamine e di registrare dieci tracce in solitaria, nel suo home-studio, con il prezioso contributo a distanza di Paolo Ercoli al dobro e al mandolino. Il risultato finale è un disco stampato in tiratura limitata. La voce di Rovini è ruvida, tagliente, ma in certi momenti risulta più delicata e più ricca di sfumature del solito.Le chitarre morbide, piene, con suoni caldi arricchiscono la tavolozza dei giusti colori, tra arpeggi, parti solistiche sempre misurate e ritmiche sostenute. “Dove il cielo bacia il mare” (“Senza stelle nelle tasche, che le ha prese la foschia, fra i secondi della notte e una crepa che non va via”) apre il disco, per lasciare spazio a ” Sonora’s death row ” adattamento in italiano di una canzone di Kevin ” Blackie Farrell”. Si prosegue con gli echi western della sostenuta “Che farà” ( “Hanno scritto il mio nome per sapere dove sono, ma io sono solo scalzo dentro un tuono, ho sognato Johnny Depp che beveva con James Dean, mi son chiesto dove fosse Steve Mc Queen”), un bell’intreccio tra chitarra e slide accompagna ” Il raggio verde” (“Fai suonare le tue corde, guiderò tutta la notte, nei quartieri senza facce dove i ricchi fanno festa, dove sanguini e sudi e ti scippano la testa”), la delicata e toccante “Dipingere il cielo ” dedicata al padre Umberto, pittore e musicista, è per chi scrive la miglior canzone del disco (“Era il volto del giorno quando venne a ballare e poi gli anni e la vita che scorre, cosa importa se hai mani tagliate, tutto serve a guarir le ferite e fu un disco dei Beatles o magari gi Shadows o forse una vecchia preghiera e il cammino diventa più lieve e la tela si racconta e vive “). Quindi  la ritmica battente di “176esimo sogno di Luca Rovini” dove ironizza sui falsi miti della società odierna, si ritorna alla delicatezza nella successiva ” Le bambole suonano” ( ” E poi l’alba sorride non ci sono più trucchi, i momenti sospesi, il silenzio di questo scatto mi scuote e seduce, mentre incontra la luce”) con un leggero intervento di armonica. Atmosfera country per ” Venditore di bugie” , mentre un’armonica e una bella ritmica sostengono ” La strada di un gangster” (“è lontana e sta rollando da fumare, non esiste nelle facce da passanti, non ho patria o bandiera da dichiarare, siamo istanti con due bocche di amanti”), chiude il disco un secco blues ” Quando è notte ” ( “Beve il ladro, ruba l’indovina, beve il ladro, ruba l’indovina, ho scoperto questo buco per entrare nella luna”) con echi che ricordano De Gregori. Il disco è prodotto da Luca Rovini, la confezione è minimalista, corredata dalle belle foto di Jennifer Giordani, Franco Ceppi e Samuele Romano. Un interessante lavoro artigianale che ci ha fatto scoprire Rovini in una dimensione acustica che è risultata vincente, per una volta ha lasciato al chiodo la sua Telecaster e le praterie sterminate del Texas, per fare spazio a suoni più minimalisti, ad atmosfere più poetiche, a cieli limpidi e a cuori infranti, perché anche a Pisa non si scherza, infatti nascono cose belle come questo disco.

Marco Sonaglia

 

Tracklist

Dove il cielo bacia il mare

Sonora’s death row

Che farà (mentre vende la sua identità)

Il raggio verde

Dipingere il cielo

176esimo sogno di Luca Rovini

Le bambole suonano

Venditore di bugie

La strada di una gangster

Quando è notte

 

 

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