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Deep Purple – Whoosh!

2 settembre 2020 by Michele Manzotti in Dischi, Recensioni

(EarMusic / Sony)
www.deeppurple.com

Certo, non esistono più le trilogie rock che fanno parte di un passato glorioso. Ma quando si parla di un gruppo storico come i Deep Purple, dobbiamo comunque fermarci a valutare quello che possono dare musicisti di grande esperienza,  anche molti anni dopo i fasti che li hanno portati ai vertici del rock. Con Whoosh! la formazione arriva alla terza tappa di un percorso iniziato con inFinite del 2017 e proseguito con NOW What?! del 2013. Niente a che vedere con  In Rock (1970), Machine Head (1972) e Made In Japan (1973) che li portò a vertici dell’industria discografica mondiale, ma erano altri tempi. I Deep Purple di oggi sono un gruppo con tre componenti storici (Ian Gillan, Ian Paice, Roger Glover) e altri due che lo sono diventati negli anni (Steve Morse e Don Airey), richiestissimo per i tour, l’ultimo dei quali è in via di riprogrammazione, e che si può permettere di aggiungere tasselli alla propria discografia con album di qualità. L’antico smalto non si è perso: Gillan magari non affronta le note alte come una volta, ma è tutt’uno con il suono che resta riconoscibile nonostante sia passato tanto tempo. La ritmica di Glover e Paice unisce solidità e inventiva. Morse da tempo ha fatto dimenticare Richie Blackmore grazie alla sua concretezza e Don Airey omaggia il suo predecessore Jon Lord ma lo fa con uno stile personalissimo (fu per breve tempo anche nei Jethro Tull), Si ascoltino le note con citazioni classiche di Nothing At All e Step By Step per mantenerlo a lungo nell’Olimpo dei tastieristi. L’hard rock targato Deep Purple si macchia di rock’n'roll (What The What) di funky (Throw My Bones, scelta come singolo e nell’inno finale Dancing in my Sleep con Morse e Glover in stato di grazia), di rhythm’n'blues (Drop the Weapon), rimanendo se stesso. Qualità e classe non si discutono, anche dopo 50 anni.

Michele Manzotti

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