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The Dirtyhands – Bull’s Eye

25 ottobre 2020 by Stefano Tognoni in Dischi, Recensioni

(Bloos Records)
www.facebook.com/thedirtyhands.official

Dopo un passato musicale, trascorso nelle file dei Jack Daniel’s Lovers, Andy “Dirty Hand” Carrieri e Cesare “Big Mojo” Ferioli furono tra i membri fondatori della Dirty Hands, band di spicco del panorama blues italiano, attiva dal 1990 al 1997, con la quale presero parte ad oltre 900 concerti, in Italia, Europa e USA, collaborando anche in modo proficuo con artisti di prestigio come Andy J. Forest e Lynwood Slim. Nel 2014, con la nuova sigla The Dirtyhands, Carrieri e Ferioli hanno ricostituito la band, completata da Cosimo Dell’Orto (basso), già nei Dirty Hands nel 1996. Il recentissimo Bull’s Eye è composto da dieci tracce, quattro delle quali originali, e le restanti, cover rese personali da un particolare approccio musicale e da uno stile che contraddistingue il loro nuovo marchio di fabbrica. Dieci brani potenti, praticamente consecutivi, 35 minuti senza alcun cedimento, per un blues/rock al fulmicotone che ci riconsegna una band che, orfana del quarto componente, Andy J. Forest prima, Egidio “Juke” Ingala, dopo, ottimi armonicisti, ha optato per uno stile decisamente differente, ma non per questo meno interessante, di quello proposto nella prima fase della loro carriera, avvicinandosi, per rendere l’idea, a sonorità vicine ad una sorta di ZZ Top più arrabbiati. L’affiatamento tra basso e batteria, fondamentale in un power trio, crea il giusto supporto, dal tiro quasi punk, per le escursioni sonore della chitarra, sempre grintosa e granitica. La scelta delle cover è caduta su brani meno sfruttati di artisti comune celebri. Citazione d’obbligo quindi per Fred McDowell (Shake ‘em On Down), Billy Boy Arnold (I Wish You Would), Slim Harpo (Shake Your Hips), Muddy Waters (Trouble No More), Juke Boy Bonner (Running Shoes) e Link Wray (Rumble). I quattro brani originali si integrano alla perfezione nel progetto, rendendo l’ascolto sempre omogeneo e intenso. Bull’s Eye piacerà sicuramente a tutti gli appassionati del genere proposto e ci restituisce una band che avrà ancora molto da regalarci.

Stefano Tognoni

 

Tracce

Honey I’m Home

Shake ‘em On Down

Back Scratcher

I Wish You Would

Shake Your Hips

What Can I Do

Trouble No More

One More Nite

Running Shoes

Rumble

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