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Carmelo Pipitone – Segreto pubblico

5 dicembre 2020 by Marco Sonaglia in Dischi, Recensioni

(Black Candy Produzioni)

Pagina Facebook Carmelo Pipitone

Continua la carriera solista di Carmelo Pipitone (chitarrista dei Marta sui tubi) che dopo “Cornucopia”, torna con un altro interessante progetto, ” Segreto pubblico”. Un disco nero, a cominciare dalle bellissime foto di Benedetta Balloni che arriscono l’artwork, una sorta di concept album sul nostro lato oscuro, sul dolore e sulla sofferenza.
Pipitone affronta questo viaggio senza mezzi termini, dando sfogo alla sua creatività, giocando con suoni a volte sporchi, violenti e altre volte più delicati ed acustici. Il risultato è un lavoro affascinante, cerchiamo di capire perché.
” Intro” apre il disco, uno strumentale di chitarra acustica, dove Pipitone mette in risalto le sue capacità tecniche, ci porta dritti a ” Nera” ( “Per mille notti è stato ghiaccio vivo, paura, singhiozzo, la mia febbre alta, i tuoi mal di testa, luci al neon e lumi di candela, pasti non consumati, rumori mai ascoltati, queste sono le ombre al muro che si baciano, scintille udibili ad occhi chiusi, cani che abbaiano dallo scantinato e il vento che sposta i rami di un albero disegnando il mio latrato”) sostenuta da un ossessivo ed efficace arpeggio di chitarra che piano piano cresce fino a far esplodere lo screaming della voce , più delicata con sonorità vicine al pop ” Le mani di Rodolfo” (” Quasi tutto è chiaro oramai , a parte quella cosa che ancora non conosci… Spargi petali di rosa rossi sopra al davanzale nero, ma in realtà sei morta nel duemilasei, prima di lui, dopo di me”), si ritorna a ritmi più serrati e sonorità più etniche con ” Gabriè” una storia di adolescenza in dialetto siciliano, ” L’intelligenza delle bestie” ( La bestia ride e salta e il mondo digrigna i denti, conosco il tuo numero, la tua parola è sopra di te, sputa il cancro nero a fette sottili, brucia la mia mano, brucia i miei occhi, assaggiami”) invece è un brano dal sapore progressive, con vari cambi di tempo e un cantato a tratti teatrale, Alex Boschetti firma il testo di ” Giusti” (“Giusti che vanno al largo solo con piccole bussole imperfette tra le mani magre e incerte che non risplendono alla luce trascurando la bellezza torva della propria solitaria, necessaria, solitaria necessaria ombra, ferocissimo e magnifico divorarvi tutti adesso e qui”) sostenuta da un bel passaggio tra chitarra acustica ed elettrica, oltre alle suggestive armonizzazioni vocali, chitarre distorte , un sax con venature jazz e un cantato salmodiale per ” Lei” ( “Nella testa ha la peste, ha i tassi barbassi, tra le mani un romanzo ed un terreno pieno di rovi e di gelo, lei è andata via, la magia delle stelle che è per caso al suo collo, la bottiglia del bacio”) , la traccia successiva “Il mio vecchio mondo” ( “Questo è il posto dove le foglie non cadono ai tuoi piedi, è un posto dove la roccia si è già frantumata e gli scheletri dei molluschi hanno creato cristalli colorati… Questo oceano di pesci che nuotano all’indietro è l’abisso dove i coralli si sono ribellati e hanno cominciato a respirare aria fresca e nuova cacciando per sempre il mare”) è affidata semplicemente alla voce recitante di Alex Boschetti e al rumore del mare, si ritorna al dialetto siciliano con “Abbuccamo”, accompagnata da una chitarra acustica e da una melodia straziante, le chitarre si fanno roventi e si incrociano con i fiati in ” Vertigini a mare aperto” ( “Il porto è ormai lontano, vibro non canto, brindo non suono, il mare mi disseterà”), ” Ogni giorno e io” (“Di giorno disegno la mia vita che brucia, non sono comandamenti, non sono scomodi, sono precoci avvistamenti irraggiungibili, son feroci, son veloci smistamenti, arrampicarsi a una parentesi, perdere i sensi”) con il testo di Ettore Giuradei chiude il disco, un brano intimista sostenuto dal piano, dalla chitarra acustica e da intrecci vocali sempre efficaci e suggestivi. Un disco fuori dai canoni, non per tutti, dove Pipitone conferma una grande capacità di scrittura sempre claustrofobica, tagliente, angosciante, esplosiva come gli arrangiamenti che risultano calzanti e rivestono o spogliano le sue canzoni di luci e ombre come in una tela caravaggesca.

Marco Sonaglia

Tracce

Intro
Nera
Le mani di Rodolfo
Gabriè
L’intelligenza delle bestie
Giusti
Lei
Il mio vecchio mondo
Abbuccamo
Vertigini in mare aperto
Ogni giorno e io

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