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Special

Adu, cultura ashanti e impegno a Londra

21 febbraio 2021 by Michele Manzotti in Special

(Bushranger)
www.aduadu.com

Adu non è un musicista puro, o meglio non è solo un musicista. Ha iniziato a farsi conoscere a Londra come critico teatrale, direttore del MAAS (Minoritu Arts Administrative Services), giornalista di quotidiani e di riviste. Ha poi pubblicato due libri di poesie e ha scritto quattro pièces teatrali. E’ stato alla fine degli anni ’80 che ha iniziato la carriera musicale con l’etichetta Modtone. Il primo disco, Human 2 Human è del 1990, presentando un linguaggio musicale molto influenzato dalla poesia. Passano dieci anni e Adu pubblica Elasticity of Love nella sua lingua madre l’ashanti, mentre nel 2005 esce l’album Barefoot in Snow. Poi è uscito Brixton Renaissance, lavoro del quale trattammo nel 2010. L’ultimo disco in ordine di tempo è None The Wiser. E’ un disco che mostra due aspetti principali: una grande ricchezza sonora e strumentale su base rock-etnica e testi di forte impegno sociale. Caratteristiche che sono evidenziate bene nelle prime tre tracce (Arriviste, You Stole My Money, la rabbia di Coltan) ma anche in Knife Crime dal sottotitolo in italiano In memoria della cintura di Gucci in cui si parla delle lotte fra gang. Sottolineiamo anche la melodia della ballata How Goes It?, l’atmosfera reggae di The Ticket, l’omaggio al tardo beat di Laura-Ann, l’inno conclusivo The Little Song MK 2.  Un album a suo modo complesso ma non complicato nell’approccio con l’ascoltatore, che trova un caleidoscopio di suoni pronto a essere apprezzato.

Per conoscere meglio il musicista è uscita Between the Cracks, un’antologia di due Cd formati ognuno da dieci tracce. La raccolta è tratta dai quattro album citati in precedenza e da Swimming in the Sahara del 2017. Anche qui la grande varietà sonora è la caratteristica che fa apprezzare i brani, che raccolgono tante esperienze che valorizzano la scena musicale della capitale inglese. Le influenze etniche (africane e caraibiche), soul, rhythm’n'blues ma anche beat e rock. Un ascolto che non è mai banale, pieno di sorprese. Possiamo fare varie citazioni Gravy Train-Aahwaaooayiyiyeah! e Wagadugu Blues da Human 2 Human,  So Me Mu (Woodoo Wail) da Elasticity of Love, From Leningrad to New York City e Late Shit da Barefoot in Snow, He Mixed Emotion, Jesus On Oxford Street  e Ode To John Brown da Brixton Renaissance, Soul Searching e Care in The Community da Swimming in the Sahara.

Michele Manzotti

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