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Antonio Clemente – I confini del giorno

3 febbraio 2021 by Marco Sonaglia in Dischi, Recensioni

 (La Stanza Nascosta Records)
 Pagina Facebook Antonio Clemente

Terzo disco solista per il cantautore trapanese (oramai ligure di adozione) Antonio Clemente: un concept album incentrato su una storia d’amore lunga dieci anni, raccontata in una sola giornata, tra sogni, promesse, crisi, abbandoni e riconciliazioni. Un vero e proprio viaggio di musica e sentimenti, che dopo un breve intro ci porta alla trascinante fisarmonica di Andrea Carozzon in “Notturna” (“Di tanto in tanto un raggio lunare filtra nell’anima per pietà e occhi di donne che come gatti scorrono dentro l’oscurità). Pregevoli gli intrecci del flauto traverso di Alessandro Ginevri e della chitarra elettrica di Paolo Magnani in “Svegliami” (“E un gran senso di panico e in fuga verso il sole, mi hanno preso e torturato soltanto perché prego tutti i giorni sai di non aver bisogno mai di un dio né di un meccanico, poi solamente il buio”). Dal sapore più popolare la successiva “Buongiorno”, che lascia spazio alla bossa nova de “I confini del mondo” (“Vengo con te ai confini del giorno, mi porterai dove c’è ancora un senso, dove ancora resiste la pietà e l’umanità ritoverà la propria anima”) caratterizzata dal duetto tra la voce femminile di Talita Knight e quella di Clemente. Più sinfonica con archi, violino e pianoforte la successiva “Lontani” che apre a una coda più elettrica di chitarra. Si respira un’atmosfera da festa di paese, quasi circense in “Con te” (“C’erano silenzi colorati da sorrisi per nascondere un’assurda ipocrisia, c’eran vuoti densi della mia rabbia e le tue crisi, l’allegria affogava dentro la follia”) con in primo piano la fisarmonica e il violino pizzicato. Ritorna la chitarra acustica in “Canzone a metà”, mentre atmosfere più Jazz e notturne si ascoltano in “Cuore” con la tromba di Simone Dabusti, il pianoforte di Fabrizio Zingaro e il contrabbasso di Michele Bensa. Spazio allo Swing con “Nostalgioia” dove Clemente cita l’illogica allegria di Gaber, la mattina di Ungaretti, la malinconoia di Masini e gioca con la nostalgioia di Califano. Arpeggi e ritmiche di Chitarra caratterizzano “L’ora magica” (“Sai cos’è quella musica che ti parla dell’estate, atmosfera nostalgica, emozioni ritrovate, lungo i bordi delle strade, con le nuvole più rade e vuoi rider di malinconia”) con un ritornello che apre bene. A tmosfera delicata per “Due come noi” dove il Pianoforte sostiene la voce di Clemente e il violino di Alice Nappi tesse una bella armonia. La batteria sostenuta di Davide Bertoletti, il bouzouki di Aurélien Congrega colorano di folk irlandese “Amaranto” sempre con il violino in primo piano. Gli infuocati virtuosismi della chitarra classica di Francesco Cassinelli ci portano al flamenco finale di “Questa notte” (“L’anima non sa aspettare, sa che farlo sarebbe un fatale ed inutile errore, potremmo volare fuori da questa gabbia di carta che uccide l’amore e la fantasia che nessuno sembra avere più”). Un lavoro molto denso, ben quattordici tracce, arrangiate elegantemente da ottimi musicisti , cantato con trasporto da Clemente, che dimostra la giusta maturità nel raccontare questa avventura fatta di luci e ombre, che lasciano sempre spazio alla vena romantica e passionale del cantautore.

Marco Sonaglia

 

Tracce

Intro

Notturna

Svegliami

Buongiorno

I confini del mondo

Lontani

Con te

Canzone a metà

Cuore

Nostalgioia

L’ora magica

Due come noi

Amaranto

Questa notte

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