il popolodelblues

Recensioni

Diego Bitetto – Il giardino di Mai

18 marzo 2021 by Marco Sonaglia in Dischi, Recensioni

(Produzione indipendente - Rkh / Artist First)
Pagina Facebook Diego Bitetto

Diego Bitetto è un cantautore di Savona con la mente infarcita di musica classica, canzone d’autore e tradizione popolare. Questo è il suo disco d’esordio, un  lavoro indubbiamente interessante, dove lo stesso Bitetto si è occupato di tutta la parte musicale, suonando il pianoforte (strumento in cui si è diplomato) e tutta la parte della grande orchestra attraverso le varie campionature . “Per sempre” (“Con questa testa che ho da marinaio, con queste mani che ho da ragioniere, andare dove che volevo andavo e ogni volta che non andava bene. Luna che illumini i carruggi ai gatti senza padrone, senza quartiere, prima ch’io mandi il mio cuore ai matti, la giusta via  fammi) voglio vedere”) che apre il disco è una perfetta carta d’identità, tipica ballata d’autore sostenuta da un testo bellissimo, dal pianoforte e dagli archi. “Due quadri di Chagall” ( “In un quadro di Chagall un violino suona già, un gigante sulla città, verde come la libertà, sa una musica antica che tempo, che tempo non ha”) è un valzerino di impostazione classica che fotografa bene il fauvismo onirico del pittore. ” Corna Corna Cervo Cervo” (“Tu forse non mi credi, ma questa è verità: fra siepi di vigneti, prugni, abeti e lillà, c’è un volo di bambini, si chiama libertà, rincorre Dio nel vento, son contento anch’io di lavorare là!”) ha un vestito medioevale con gli archi ostinati. “La donna di Uri ” (“Giorno giorno, gli agi e gli affanni, visse cent’anni ma non invecchiò, giorno per giorno, le gioie e i dolori, la Donna di Cuori vivendo provò”) è una favoletta ricamata dagli archi, con un pianoforte che ricorda lo stile clavicembalistico italiano. “Il giardino di Mai” (“Dal mio ritardo, lungo come è lungo nel rosario di Dio, riguardo il mondo ma non è più il mondo di due ore fa”) è più malinconica, con un andamento circolare alla Debussy. “Nascondino” è una tarantella che odora di settecento, con un’introduzione ispirata alla lezione mozartiana. “Bolivar Bridge” (“Quando l’acciaio delle forbici verrà a carezzare malamente le tue guance, la tua testa, sarà freddo come è l’inverno, che quando passa non sai che resta, caduto l’ultimo capello, lascerai il posto ad un’altra testa”) è un pezzo “cinematografico”, con ampi respiri musicali da Respighi a John Williams. “Millecento” (“Sulla fame dei tuoi figli, il tuo no alla corsa all’oro, ma al 31 di ogni mese credi ancora conti l’uomo? “) ritorna ai canoni d’autore, con un ritornello efficace. “Gian delle Finestre” (“Padre mio che scuro il legno e com’è spesso, carteggiarlo così forte mi fa male che anche adesso non so stare al pianoforte”) è una marcetta sinfonica con modulazioni. “Onoterapia” ( “Asini per compagnia come scriveva un Collodi bambino, quando sei solo per la tua via fa piacere affiancarsi a un amico ciuchino”) è un grazioso brano che parla dei poteri sani degli asinelli, sempre sotto forma di filastrocca. “Il Paroliere” ( ” Salvami da questa paura, da questa avventura, da questa sciagura, salvami, anima mia, dalla mia poesia, dalla mia pazzia”) è una toccante storia di lucida follia, sempre con il pianoforte in primo piano e il sostegno degli archi. “Il Gatto del Pianista” ( ” Dove sei lassù nel cielo? Confuso con il buio come un vero gatto nero? Prega per me, per il mio perdono, non ho la tua fortuna , io sono, io sono solo un uomo”) è un brano profondo, che suona molto vintage, scandito dal pianoforte e dal graffiante sottofondo di un vecchio disco. “Donna Fortuna” è un brano ironico, molto ridanciano. “L’amore che toglie” ( ” Dove sono le ali dei gabbiani anni miei, se così soffro io come un buio fuggito allo sguardo di Dio?”) ha un sapore pop ben caratterizzato dagli intrecci di pianoforte ed archi. “La Maschera della Morte Rossa” è un brano con la prima e ultima parte parlata ( dove si recita la traduzione italiana de ” La Maschera della Morte Rossa di E. A. Poe), che nel mezzo ha una bella esplosione sinfonica e un’atmosfera misteriosa che chiude questo lungo viaggio. Un disco consigliato, che richiede un ascolto attento. Un esordio significativo, dove Bitetto dimostra di essere un abile giocoliere con le parole e un musicista preparato, che fa un buon uso delle sue conoscenze.

Marco Sonaglia

 

Tracce

Per sempre

Due quadri di Chagall

Corna Corna Cervo Cervo

La donna di Uri

Il giardino di Mai

Nascondino

Bolivar Bridge

Millecento

Gian delle Finestre

Onoterapia

Il Paroliere

Il Gatto del Pianista

Donna Fortuna

L’amore che toglie

La Maschera della Morte Rossa

Tagged ,

Related Posts