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Il mondo delle ninne nanne con le Hana

31 marzo 2021 by pdb in Special

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Ninull Ninna nanne dal mondo

Un senso di delicata e poetica malinconia pervade l’album; come quando osservi la pioggia o ti perdi con lo sguardo fra le onde del mare. Dieci ninne nanne, che, come onde appunto, ti cullano e bagnano rive di ogni dove. Infatti, ogni brano, trae le sue origini da vari paesi grazie a questa forma di canto popolare che è la ninna nanna; ed è così che un ideale filo rosso unisce questa mezz’ora di musica che ferma il tempo e riesce a farti assaporare melodie nelle quali le barriere geografiche vengono del tutto annullate, complice un tema universale come quello della madre che culla e protegge il proprio fanciullo. Il tutto proposto in maniera originale e personale dal duo Hana – composto da Ilaria Fantin (arciliuto, voce) e Hersi Matmuja (voce) – accompagnato, in veste di ospiti, dal fagotto di Andrea Bressan, dal violoncello di Jacopo Conoci e le percussioni di Fabio Ferrante, che, con un raro gusto per gli arrangiamenti ed un lodevole lavoro di ricerca, ha dato nuova luce a questi preziosi brani. Passiamo dall’India al Salento, dalla Turchia all’ Irlanda, Dall’ America Latina all’ Africa, fino all’incontro finale tra Italia e Albania (i rispettivi paesi d’origine di Ilaria e Hersi), con una naturalezza e sensibilità  che rendono l’album prezioso. In attesa di poterle apprezzare in veste live, non ci resta che parlare con le due artefici del progetto

Come è nato il duo Hana?

Ilaria: È nato grazie a Petra Magoni, Hersi lavorava con L’ Orchestra di Piazza Vittorio e anche io da qualche anno che suonavo con Petra Hersi: Poi quando mi sono trasferita a Vicenza, ci siamo trovate ad abitare vicine ed è nata la Luna, Hana Ilaria: E questo ci ha salvate nel periodo di pandemia, che sarebbe potuto esser solo triste e invece lo abbiamo fatto diventare fruttuoso.

E l’idea di un disco di ninna nanne?

Hersi: Quando ci siamo viste per progettare qualcosa insieme, Ilaria era incinta e le ho fatto sentire la ninna nanna che mi cantava mia nonna, quindi una cosa anche molto personale. Così l’abbiamo subito inserita in scaletta per i concerti e dopodiché quest’anno ci siamo dette “perché non fare un disco interamente di ninna nanne?”, così è nato Ninull.

Qual è stato il criterio di scelta dei vari brani?

Hersi: Un po’ casuale e un po’ no. L’intento era anche quello di raccogliere testimonianze delle proprie esperienze, ninna nanne vissute in prima persona. Come quella che citavamo prima di mia nonna, oppure quella che cantava mia suocera a mio marito. Ilaria: Poi abbiamo scoperto quella di Gabriella Ferri, che non è conosciutissima e da lì ne abbiamo cercate da ogni parte del mondo. Hersi: Quindi ne abbiamo scritta una noi, pensando ad una canzone albanese dolcissima con la quale siamo cresciuti tutti nel nostro paese, che parla di una pecora che fa una lana particolare (Delja Rude). Io ho dato la melodia ad Ilaria e Ilaria ha scritto il testo in italiano. Ilaria: e questa è un’operazione che si adatta perfettamente al mio strumento, il liuto, perché è quel che facevano in passato nel barocco, medioevo e rinascimento, cioè di prendere una melodia conosciuta e adattarla con un altro testo. Oltre ad aver la forma della passacaglia.

Progetti futuri?

Ilaria: Anticipiamo già che Ninull è il primo disco di una collana di ninna nanne. Il tutto sboccerà in un corso per donne incinte: quel che vogliamo fare è un corso di imprinting musicale dove seguiremo i mesi di gravidanza accompagnandoli con la musica. Questo progetto di ninna nanne non oscurerà però quello che siamo noi, il duo Hana; continuiamo sempre ad aggiungere nuovo materiale al repertorio. Abbiamo un concerto di musica medievale a breve ad esempio e non vediamo l’ora di tornare a suonare dal vivo! Hersi: il duo Hana è tante cose, tra cui anche Ninull, ma il nostro progetto principale è quello dedicato alla Luna e la ricerca di canzoni tradizionali che si ispirano sempre a questo concetto, così femminile e così popolare.

I brani raccontati dalle loro protagoniste

Ami tomake - Ilaria: Siamo partite dall’India, Bengala con un brano che ci piace molto, in sostanza dice una frase sola: “Bimbo mio come ti voglio bene”. Hersi: E’ caratterizzata da una musica molto semplice che noi poi abbiamo elaborato con arciliuto, fagotto e percussioni.

Ninìa – Ilaria: Poi andiamo in Salento Hersi: Per antonomasia è una pizzica, noi abbiamo cercato di estrapolarla dalla sua forma musicale, cercando di creare un gioco fra arciliuto, violoncello, fagotto e percussioni. Accennando alla pizzica ma non troppo.

Dandini dandini dastana - Hersi: E’ una tipica ninna nanna turca, molto famosa. Ilaria: Ce ne sono molte versioni. L’abbiamo semplicemente scelta perché ci piaceva tantissimo la melodia e quindi così “siamo andate” in oriente. Hersi: abbiamo immaginato un’atmosfera molto orientale. Un colore blu scuro, grigio, se vogliamo parlare in termini di colori, giocando sempre con i nostri strumenti.

Blind Mary e Toora Toora Looral - Ilaria: Poi ci sono due brani irlandesi, legati fra loro. Toora Toora Looral è stata scelta per la bellissima melodia. Anticipata da un brano che ci ha suggerito Andrea Bressan (primo fagotto della Budapest Orchestra e insegnante di fagotto al conservatorio di Verona) e cioè Blind Mary, di un compositore irlandese del periodo barocco.

Duerme Negrito. Hersi: Qui siamo in America Latina con un pezzo che mi ha sempre attirato, avendolo sentito cantare da Mercedes Sosa. È un brano che alterna dolcezza e praticità. Un pezzo di rivolta, che parla del duro lavoro che obbligava le madri a lasciare i figli a casa. Abbiamo un po’ stravolto l’arrangiamento. Inizia col violoncello di Jacopo, per poi trasformarsi in una bellissima danza.

Thula Baba – Ilaria: L’abbiamo scelta per la sua sinuosità Hersi: è un brano molto morbido, non c’è nemmeno una erre nel testo c’è un gioco di parole che proprio ondeggia, non ha spigoli. L’arrangiamento lo abbiamo anche qui stravolto, creando un gioco di voci.

Ninull - Hersi: E’ la ninna nanna di mia nonna, proveniente da Kukës, in Albania, dove sono nata io. Le parole vengono trasformate di volta in volta, a seconda di chi la canta, spesso la madre cullando il bimbo inventa il testo sul momento. Noi abbiamo pensato di metterci due voci e aggiungerci il testo in varie lingue, inserendoci filastrocche famose. Facendola diventare un po’ più internazionale.

Dormi Pupo Dorce – Ilaria: brano di Gabriella Ferri, di cui da sempre apprezzo gli stornelli romani. Questa ninna nanna non è così famosa e così abbiamo deciso di rifarla. Abbiamo mantenuto il testo in romano, ma l’abbiamo armonizzato a due voci, con l’aiuto del percussionista Fabio Ferrante, al glockenspiel…

Passacaglia sopra Delja Rude – Hersi: E’ un canto albanese che si trasforma in una ninnananna bellissima in italiano, per poi concludersi con il suo testo originale in albanese che praticamente è una preghiera che un bimbo fa ad una pecora affinché essa possa darle un agnellino di cui potersi prendere cura

Alessandro Ferrari

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