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Pino Marino – Tilt

6 marzo 2021 by Marco Sonaglia in Dischi, Recensioni

(La Fabbrica- Ird)
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Sono passati venti anni dall’esordio discografico di Pino Marino, che per festeggiare questo traguardo (a cinque anni da “Capolavoro”) ci regala dieci nuove tracce. In copertina la suggestiva foto di Emad Nassar intitolata ” L’ora del bagnetto, Gaza” rappresenta un padre che fa il bagno alla figlia e alla nipote in una vasca da bagno, l’unico pezzo della casa rimasto illeso dai bombardamenti, ci fa subito intuire che ci troviamo di fronte ad un lavoro che tocca la cruda quotidianità. “Calcutta” ( “Nelle botteghe della paura nascono figli in miniatura, leva le costole, resta in piedi un’armatura e una vena d’acqua nera gira intorno all’ospedale, dopo l’ultima sirena ci guarda e se ne va”) apre le danze caratterizzata dal riff di pianoforte, elettronica e chitarre elettriche (suonate da Fernando Pantini), un’ efficace tormentone con parole importanti. Un fischio ci introduce “Pensiero nucleare” (“Passato lo spavento nucleare, impoverito l’uranio da solo in fondo al mare, oggi il pane lievitato mette in crisi di notte tutto l’alito mondiale, ma i pesci di notte non si muovono, le farfalle addormentate nel fango dello stomaco, e il lansoprazolo protegge l’androne dagli attacchi di passione”) che ricorda il miglior Dalla, con le sue pennellate di synth, l’ efficace ritmica della chitarra acustica e i ricami dell’elettrica. “Caterina volentieri” (“Affacciata alla finestra guarda il bello che non basta, però quello che la lega è ciò che non le piace più, come il giallo di Ginestra aggrappata ad un vulcano sta bruciando sul divano e il giallo non diventa blu”) è un ritratto adolescenziale sostenuto dall’elettronica e dal basso suonato da Pino Pecorelli. Torna il pianoforte in “La mia velocità ” (“A quello che non capiranno mai cos’è, daranno ancora un altro nome inutile, tu solamente mi potrai raggiungere, dove la mia velocità ha spaventato gli alberi, ferma solo ad aspettare te”) impreziosita dalla steel guitar di Roberto Angelini. Sonorità acustiche con la chitarra arpeggiata in primo piano e il contrabbasso per ” Maddalena” (“E io non so quando l’uomo che era mio, sia diventato il suo Signore da pregare… Anche se in molti mi hanno resa e consumata in processione, ai fari spenti della loro disumana libertà, anche se i giorni mi hanno offesa, io vi guardo senza età tornare a casa nella vostra discutibile realtà, a voi rimane , si lo so, tutta la vostra fede, a me rimane aver capito che solo amore dato è amore avuto”), un duetto appassionato cantato con Ginevra Di Marco che ci racconta questa storia emozionante. Un intreccio di elettronica martellante e di pianoforte caratterizzano il bel testo di “Io non sono io” (“Se amore è una parola, disappunto è una parola, cultura è una signora con una scarpa sola e un semaforo lampeggia giallo nel deserto”). Atmosfere delicate accarezzate dal synth donano malinconia a ” La statua della libertà”). Il sax baritono di Vincenzo Vicario sostiene “Crepacuore” (“Il mio paese ha perso gli occhi, il mio paese non ci vede, il mio paese ha cento occhi, quindi allora ormai non crede”), “Roma bella” (“Si è vero che sei eterna lascia accesa la lanterna de sto grande amore, che si tu rimani tu, io rimango Tosca, si ma non me butto più) è una struggente dichiarazione d’amore a questa magica città ricca di omaggi, compreso quello all’opera di Giacomo Puccini, cantata con maestria e pathos da Tosca, accompagnata dal pianoforte di Pino Marino e dal violoncello di Giovanna Famulari. Chiude il cd “Tilt ” una traccia contenitore, recitata dall’attore Vinicio Marchioni. Un disco maturo, dove Pino Marino canta, denuncia l’attualità in maniera forte, grazie ai testi che hanno sempre un guizzo originale, con rime efficaci e una scelta mai scontata delle parole, gli arrangiamenti sono robusti, calzanti e curati insieme a Fabrizio Fratepietro (che nel disco suona batteria, vibrafono, synth, programmazione elettronica). Un ottimo ritorno che ci conferma il talento eclettico di Pino Marino, ormai un punto di riferimento nel panorama musicale italiano.

Marco Sonaglia

 

Tracce

Calcutta

Pensiero nucleare

Caterina volentieri

La mia velocità

Maddalena (con Ginevra Di Marco)

Io non sono io

La statua della libertà

Crepacuore

Roma bella (con Tosca)

Tilt (con Vinicio Marchioni)

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