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Il Disordine delle Cose – Proprio adesso che ci stavamo divertendo

2 giugno 2021 by pdb in Dischi, Recensioni

(LaPOP / Freecom)
www.ildisordinedellecose.it

Il caos della vita e delle sue emozioni ha solo un ordine possibile, la musica. E ancora prima delle parole, il suono, le vibrazioni riescono a toccare corde interiori. Questo è il quarto album della band piemontese Il Disordine delle Cose, anticipato dal singolo Sul ramo di un ciliegio. L’acustica dei violini e l’elettronica dei sintetizzatori, insieme, possono raccontare fino in fondo la sconfinata bellezza di storie normali. Amori finiti e sospirati, bugie e verità, voglia di rinascere dopo una lunga clausura. Le canzoni di questo album appartengono intimamente un po’ a tutti. Il primato estetico del cantautorato italiano è proprio quello di unire parole e melodie capaci di abbracciare ricordi, consolare dolori e comprendere disordini interiori. La band ha elaborato la capacità di tradurre emozioni in musica in dodici anni di intensa attività, fatta di concerti dal vivo su palchi condivisi con Daniele Silvestri, Marlene Kuntz, Syria, Marta Sui Tubi, Perturbazione. La formazione attuale: Marco Manzella (voce e chitarra acustica), Luke Schiuma (voce, pianoforte e synth), Alessandro Marchetti (voce e basso), Vinicio Vinago (voce e batteria), Emanuele Sarri (chitarre), Mattia Boschi (violoncello). “In questo disco ritroviamo la nostra più profonda dimensione cantautorale – commenta la band –È qui che incontriamo, ci ritroviamo e conosciamo i nostri più grandi autori, come Dalla. Non a caso abbiamo affidato il mix a Roberto Bob Costa, storico bassista di Lucio”. Nel disco si percepiscono le tracce e le influenze finlandesi e scozzesi, frutto di collaborazioni internazionali. I cieli infiniti del nord e il respiro della natura vergine entrano così in contatto con sonorità anni ’70 e sintetizzatori. Il suono dell’anima e la cronaca di vite quotidiane si trasformano in canzone. In questo mondo sconfinato c’è spazio per l’incertezza di chi vive troppo velocemente, fino al blocco della verità, che emerge dopo una lunga e liberatoria introduzione strumentale; le parole arrivano, nude e sincere, nette come il ritmo incessante della batteria (Le nostre bugie). Un risveglio di rinascita, dopo il dolore di un amore incompreso, si apre in una corrente ascensionale di vibrazioni; il leitmotiv e tema ricorrente di questo album accoglie, senza bisogno di promesse, l’inizio di un nuovo corso (Buona sorte). Infine, ma non ultimo, il sogno di ritorno alla normalità in un giorno di marzo, di sorrisi senza mascherina, come nella carrellata di volti e vite del video “Sul ramo di un ciliegio”.

Laura Tabegna

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