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Recensioni

Marco Rovelli – Siamo noi a far ricca la terra

28 luglio 2021 by Marco Sonaglia in Libri, Recensioni

(Minimum Fax)
www.minimumfax.com
Pagg 332, Euro 17

Ricordo benissimo quell’afoso lunedì di Agosto ( e non a caso) quando salutammo Claudio Lolli per l’ultima volta, in quella sala del palazzo comunale di Bologna che raccoglieva tantissimi zingari felici privati del suo cantore. Tra quella gente c’era anche Marco Rovelli che in quell’occasione cantò ” La giacca” con la sua voce sussurrata, flebile, trattenendo le lacrime, che in quel momento erano sicuramente di rabbia. Ecco questa immagine me la porto dentro, perché Marco appartiene alla meglio gioventù di pasoliniana memoria, Marco è uno che si schiera, è uno con la schiena dritta, è uno che non le manda a dire, proprio come faceva Lolli. Così Rovelli ha deciso di raccontarci Lolli, con un ricco volume di oltre trecento pagine uscito per Minimum Fax. Come prima cosa c’è da dire che l’approccio di scrittura è veramente interessante, l’autore infatti lascia parlare i protagonisti in prima persona (amici, musicisti, collaboratori, colleghi) con una serie di interventi più o meno brevi. Il libro si divide in quattro parti: 1 (1976: L’anno degli zingari) 2 (Il  77: Memorie dal futuro) 3 (Il ritorno alla normalità-L’eterno presente) 4 (Ancora in viaggio). Viaggio mi sembra la parola giusta per descrivere questo lavoro, Rovelli ti prende per mano e ti porta nell’universo lolliano fatto di canzoni, amori, politica, riconoscimenti, delusioni, rinascite. Dentro ci trovi il poeta che tutti conosciamo con le sue canzoni e i suoi libri, l’uomo libero che non si è mai piegato all’industria discografica e neanche a certa politica, ci sono gli anni felici dei settanta, l’amarezza e lo sconforto degli anni ottanta, la rinascita e la seconda giovinezza che ricomincia a metà degli anni novanta. C’è l’uomo dolce, sensibile, generoso, umile ma allo stesso tempo con un carattere forte, a volte spigoloso, capace di risultare triste, proprio lui che aveva una pungente ironia che spesso ti strappava risate genuine. C’è il cantautore, lo scrittore, ma anche il professore amato profondamente dai suoi studenti, grazie a quella diversità che lo rappresentava così bene. Come una lunga ballata il libro ci riporta a riscoprire anche certe canzoni che non hanno goduto della giusta attenzione, di curiosi retroscena durante le registrazioni di un determinato disco o certi episodi avvenuti nei vari tour. Qui dentro trovate tutto quello che un lolliano può desiderare, perché Rovelli ha scavato dentro l’anima, fino alla cicatrice più profonda, restituendoci il Claudio umano, quello che supera l’artista, quello che non ti aspetti o quello già avevi conosciuto a fine di ogni concerto, quello sempre pronto a scambiare due parole, a farsi un bicchiere, a disquisire di politica e di musica d’autore. Un gioiellino da non farsi scappare, un libro che riesce a colmare quei vuoti che Lolli ci ha lasciato, che ci scalda da quel grande freddo, che ci fa riprendere la vita, la terra, la luna e l’abbondanza. Concludo dedicando a Rovelli le parole adattate e prese in prestito del poeta: Potrò mai ringraziarti, compagno a venire.

Marco Sonaglia

 

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