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Manutsa – Parru cu tia (La voce delle donne)

26 dicembre 2021 by Marco Sonaglia in Dischi, Recensioni

(Musica lavica records/Jacklab)
www.musicalavica.com

Manuela Di Salvo in arte Manutsa debutta con la sua opera prima, che prende il titolo da un poesia di Ignazio Buttitta “Parru cu tia”. Nove tracce inedite scritte dalla stessa Manutsa per quello che riguarda i testi, con le musiche di Roberto Terranova (pianoforte, tastiere, synth, orchestrazioni, programmazioni) e Denis Marino (chitarre, mandolino, bouzouki). Inoltre si aggiungono una serie di musicisti di prim’ordine tra cui Puccio Castrogiovanni (maranzani, fisarmonica, mandolino), Adriano Murania (violino), Lina Gervasi (Theremin), Valetina Ferraiuolo (tamburi a cornice). Il disco si apre con “A giostra” dove il pizzicato degli archi si intreccia con il mandolino e l’elettronica. “Vuci” è un canto disperato d’amore sostenuto dal basso, dal synth e da una coloratura distorta. Più solare “Aria di jurnata” con il suo reggae e il ritornello trascinante che si colora con il solo di tromba e il suggestivo Theremin. Cambio di atmosfera con “Parru” che viene introdotta dalla voce recitante di Salvo Piparo, il canto si fa passionale e gli archi, il mandolino e la chitarra classica donano pathos al pezzo. Un bouzouki efficace sottolinea “La to passiuni” in un clima popolare e accellerato caratterizzato dall’uso del maranzano. Con “Canciari” si ritorna ad una certa intensità del canto, con un tappeto di elettronica contrappuntato dal mandolino e dalla tromba. C’è poi un sentito omaggio a Giuni Russo con il brano “Illusione” (contenuto nel disco “Giuni” del 1986) in una versione riuscita, aggiungendo ironia rispetto all’originale, con un arrangiamento quasi da giostra di paese. Gli arpeggi di chitarra classica e il lamento del Theremin ricamano il delicato valzerino di “Na matri”. La voce di Eugenio Panòrm dialoga con quella di Manutsa in “La pizzica di Palermo” dall’andamento tiratissimo e trascinante sostenuto dai tamburi a cornice, dai mandolini, dalla fisarmonica e dal basso. Il finale del disco è affidato a “Parru cu tia” interpretata ancora magistralmente da Salvo Piparo in un trionfo di dolore sostenuto dal mandolino, dalle programmazioni e dalla voce di Manutsa a fare da controcanto. Manutsa si muove bene con la sua tessitura vocale, giocando sulle emozioni attraverso i respiri, i graffi, creando un ponte tra il mondo popolare e quello lirico, teatrale. Gli arrangiamenti sono efficaci e vestono dei giusti colori i brani che non sono affatto scontati nei contenuti. Un disco passionale, una dichiarazione d’amore alla propria terra, un canto universale dedicato alla forza delle donne.

Marco Sonaglia

 

Tracce

A giostra

Vuci

Aria di jurnata

Parru

La to passiuni

Canciari

Illusione

Na matri

La pizzica di Palermo

Parru cu tia (traccia bonus)

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