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Recensioni

Viaggio tra folk e jazz, Roma, 12, 13 e 14 dicembre 2021

16 dicembre 2021 by Michele Manzotti in Concerti, Recensioni

Eleonora Bordonaro e I Lautari, Teatro Studio Gianni Borgna, 12 dicembre

Un pezzo di Sicilia musicale è stato protagonista all’interno dell’Auditorium Parco della Musica. Per noi è stato un modo di verificare dal vivo la qualità musicale di artisti già recensiti nelle nostre pagine. Nel pomeriggio domenicale si sono alternati infatti Eleonora Bordonaro e I Lautari che hanno recuperato parte dei loro album, rispettivamente Moviti Ferma e Fora Tempu. Le caratteristiche vocali di Bordonaro sono legate alla potenza, alla musicalità e alla sperimentazione. Ci piace pensare che sia una cantante con un’anima prog prestata al mondo del folk. Un ambito che la vede anche in veste di ricercatrice, come nel caso del gallo italico parlato in un angolo di Sicilia come San Fratello. Belle le proposte di brani quali Tridici maneri ri farisi munnu, Cunurtatu e Picchiu pacchiu, con il supporto strumentale di tre Lautari (Puccio Castrogiovanni, Marco Corbino e Salvo Farruggio) e di Michele Musarra, a cui si sono aggiunti Diana Tejera e Neney Santos come ospiti. Poi è arrivato il turno del quintetto catanese con Gianni Allegra e Salvatore Assenza che si sono uniti ai colleghi; qui il ritmo si è fatto protagonista, ma non vanno dimenticate le armonie vocali, la vocazione melodica e alcuni passaggi strumentali di grande fascino tra cui evidenziamo la rara maestria di Castrogiovanni al marranzano. La traccia titolo, Cori Coruzzu, Melquiades, Li Cristiani sono stati momenti molto apprezzati dal pubblico. Il gran finale ha visto tutti i protagonisti del doppio appuntamento interpretare un classico come Malarazza, omaggio alla tradizione poetica della  terra d’origine. (foto Musacchio Ianniello & Pasqualini)

Giovanna Famulari e Giulia La Rosa “FamulaRosa Duo”, Alexanderplatz, 13 dicembre

Avevamo ascoltato Giovanna Famulari come colonna portante del tour di Tosca “Morabeza” e la possibilità di trovarla nuovamente in scena si è rivelata un’occasione felice. Merito del progetto con la cantante siciliana Giulia La Rosa, frutto di incontri che si sono ripetuti, anche se da remoto nel periodo pandemico, e che sta prendendo corpo in questi ultimi mesi. Il FamulaRosa Duo è formato da due musicalità molto spiccate, differenti nella proposta, il cui scopo è quello di trovare una sintesi. Per questo motivo il repertorio è variegato e va da classici pop come Come Together dei Beatles, a brani di autori brasiliani e africani, a standard jazz contaminati con la classica (come Bach in Tunisia). Un viaggio tra vari generi che a parer nostro saprà consolidarsi grazie alle caratteristiche musicali delle due interpreti. Giulia La Rosa, che è anche percussionista, ha una splendida voce da contralto che evidenzia la sua predisposizione al folk. Giovanna Famulari riesce a coniugare la base classica, che si esprime al meglio nei fraseggi, e la ritmica jazz. Ospiti della serata Daniele Pozzovio al piano, Stefano Rossini alle percussioni e Alice Casco alla voce, ma l’attenzione è stata tutta sul duo e sulla propria capacità di unire le sensibilità artistiche (foto in alto Alessia Rubini)

Festival Popolare Italiano, Camera Ensemble Trio e Mesudì, Teatro Verde, 14 dicembre

Stefano Saletti, musicista di primo piano della scena world nazionale, è anche direttore artistico del Festival popolare italiano che per questa edizione ha trovato la propria sede al Teatro Verde. Tra i vari appuntamenti della rassegna abbiamo assistito al secondo in cartellone; un doppio set con formazioni diverse tra loro per organico e proposta musicale. In apertura il Camera Ensemble Trio con il Taccuino di Jazz popolare, un titolo che è una bellissima sintesi di un progetto affascinante del chitarrista Giovanni Palombo, che sul palco ha coinvolto Gabriele Coen al sax soprano e al clarinetto e Benny Penazzi al violoncello. Musicisti eccelsi che hanno saputo creare un’atmosfera magica dove il jazz incontra luoghi e persone. Retrobottega di Barbiere, Viaggio in Corsica, Meltemi lo dimostrano al meglio, mentre A Touch of Oregon è un gioiellino dedicato al gruppo americano. Mesudì è invece l’ensemble del percussionista Simone Pulvano insieme alle tre cantanti e percussioniste Elisa Surace (anche alla chitarra), Francesca Flotta e Claudia Ugenti nell’idea dal titolo Nodi. Da una parte c’è il recupero di ritmi e canti tradizionali, dall’altra la voglia di inventare un modo originale per la propria idea di folk. Canto, parole, battiti di pelli e piatti sono il mezzo per descrivere la magia che il nostro sud porta con sé, contaminata con il pensiero contemporaneo. Un progetto in evoluzione che posa su basi solide.

Michele Manzotti

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