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Recensioni

Cristina Donà – deSidera

25 gennaio 2022 by Marco Sonaglia in Dischi, Recensioni

(Fenix music)
www.cristinadona.it

A distanza di sette anni da “Così vicini” torna Cristina Donà con un nuovo tassello discografico. Dieci tracce scritte nella parte musicale con Saverio Lanza che ha prodotto, arrangiato, suonato (chitarre, piano, basso, tromba, cori, viola, elettronica”) e registrato il disco. Un tappeto di elettronica con arpeggi di chitarra apre “Distratti” (“Attratti da tutto ciò che luccica, stormi di gazze ladre ubriacate dall’ingordigia e dal desiderio di polemica, noi senza ossigeno controcorrente, come fosse niente siamo qui”) che esplode in un ritornello arrabbiato. “Colpa” (“Colpa di un segnale messo al posto sbagliato, colpa di una frase che ho rubato, di tutte quelle volte che ti vedo assente, ma poi mi rispondi che non stai pensando a niente”) ha un andamento ipnotico, quasi cantilenante che si macchia di elettrico con chitarre, basso e batteria martellante. “Conto alla rovescia” ( “Alle nove là fuori c’è un uomo che aspetta nell’ombra, guarda dentro al giardino da un anno, chissà cosa cerca?”) ha un fraseggio di fiati che si interseca con i suggestivi cori, il basso e la chitarra. Un pianoforte ostinato tratteggia “Desiderio” (“Imperfetta simmetria delle tue labbra, le infinite praterie dov’è vietato pretendere”) mentre emergono chitarre effettate ed elettronica sporca. Atmosfera più soffusa in “Come quando gli alberi si parlano” (“Si faceva grande, grande la stanza, mentre le mani si schiudevano, ascoltavi il respiro come quando gli alberi si parlano”) dove un vestito di archi e sintetizzatori donano poesia al pezzo. “Torna” (“Tornano le parole che non hai voluto ascoltare, quelle che hai seppellito prima di capire, ti chiedono di andare, di scappare da qui per non morire”) ci riporta a ritmi più tirati, con il basso che scandisce dinamicità. “Senza fucile né spada” (“Chi, chi l’avrebbe mai detto che saremmo rimasti sospesi nell’aria, alla stessa distanza che ci tiene divisi, strangolando pensieri ogni giorno più vivi”) gioca molto sui cambi di tempo, sul connubio tra il pianoforte e le trombe (compresa una citazione della marcia trionfale dall’Aida di Giuseppe Verdi). “Oltre” (“Com’è difficile guardare avanti, oltre alla paura che non ci merita”) è un muro sonoro di grande forza con una linea di canto è sperimentale e interessante. “L’autunno” (“Odore di fuoco al mattino, appoggio le mani sull’umida erba, respira, profonda la sua gentile risposta”) ha un’inizio delicato di pianoforte e violino, che lascia spazio ad un’esplosione di un basso rovente. “Titoli di coda” (“Non comprende me quelle foto fatte a caso, non comprende più me la vita che hai deciso”) non poteva che sugellare la fine del disco in un’atmosfera veramente straniante con un turbine di elettronica, chitarre distorte e una voce marcatamente teatrale. Un lavoro curato e arrangiato in maniera certosina, dove i suoni sono sempre perfettamente calzati ai testi che hanno una forza narrativa e vitale. La Donà è una certezza già da parecchi anni, in questo disco però ha confermato ulteriormente le sue grandi capacità, il suo stile così personale ed accattivante che la rendono unica nel panorama musicale italiano.

Marco Sonaglia

 

Tracklist

Distratti

Colpa

Conto alla rovescia

Desiderio

Come quando gli alberi si parlano

Torna

Senza fucile nè spada

Oltre

L’autunno

Titoli di coda

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