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Recensioni

Alfredo Marasti-Ultimo D’annunzio

21 agosto 2022 by Marco Sonaglia in Dischi, Recensioni

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La Stanza Nascosta Records
www.facebook.com/Alfredomarastiliveband

 

Alfredo Marasti lo avevamo lasciato nel 2020 con “Altri tempi” un validissimo disco completamente lontano da questo nuovo intitolato “Ultimo D’Annunzio”.Il cantautore ha deciso di raccontare gli anni che il poeta ha trascorso al Vittoriale attraverso nove tracce e Marasti, come un Caronte di Gardone Riviera, conduce l’ascoltatore alla scoperta di queste segrete stanze. “Al visitatore” è un breve intro che apre il disco con un giornale Luce che descrive i funerali del poeta e una musica dai sapori etnici.Pianoforte e violino tratteggiano “La stanza della musica” (“Qui nulla è a caso nell’arredamento e dove potrei stare se non qua? Nel tempio consacrato alla tua eternità col tuo rifiuto che mi consuma”) dove si affaccia la voce di Rebecca Cinquina a dialogare con Marasti. “Fiume!” (“La pace incombe come un inganno, come un ordigno che scoppierà, la Città di vita è morta e non tornerà, l’uomo dal balcone è già un cliché ed il popolo brinda, ma non per me, sono un invisibile Schifamondo”) è più serrata con chitarra acustica, campionamenti e una batteria incisiva. “La stanza della Leda” è un’inquietante cantilena che elenca le donne del poeta con richiami musicali scozzesi e le voci femminili di Sara Bertolucci e Federica Guerra. Un arpeggio di chitarra acustica sostiene “Il dono” (“Adesso ti sono amici gatti e suore e liceali un pò annoiati, per tutta l’ora stanno a ripassare o fingono discorsi interessati, come a una nonna, ti lasciano il sorriso falso come un dono di Natale mentre denunci i nuovi conformismi: il sesso e l’ateismo universale”) che si arricchisce del violino e di un organo in un’atmosfera medioevale. “Sala del Mappamondo” (“Sono immune ad ogni mescolanza e contagio, un capo senza partigiani, me ne infischio dei vostri ciarpami, lasciatemi con i miei libri e i miei cani che non sono più fermo nè più fedele”) è uno swing caratterizzato da un hammond acido , una chitarra elettrica sporca, un bel groove di basso e da un ritornello trascinante. “Da dietro il velo” (“Le strade fuori sono ormai piene di codardi a luci rosse che non sanno andare oltre il movimento e appuntano alle sere camicie troppo nere e sanno poco o niente del mondo, e anche di te”) è molto delicata con i ricami di chitarra classica che si intrecciano al violino. “Sala delle Reliquie” (“Vi ho lasciato un libro unico, il santuario della mia bellezza, ho regalato la mia libertà intera fin nell’ebbrezza, anche se vivo in solitudine, scrivo (scrivo), anche se ho amato così poco”) dopo una prima parte più soffocata, esplode in un turbine di sintetizzatori con una batteria pulsante. Si arriva al finale con “Notturno” (“Tacere sarebbe diplomatico, io vivo tra l’eccesso e il digiuno, nel grigio diluvio democratico uno vale uno e nessuno, sarà leggenda quello che mi riguarda, sarà puttane una nave sul Garda, ma anche avvolto nel sudario mi sento più vivo di voi”) sostenuto dall’arpeggio di chitarra classica e un flauto di pan che sottolinea le parole. Un lavoro coraggioso questo di Marasti ( Il cd è accompagnato da un ricco libretto e la copertina cita la locandina di “Barry Lyndon”, l’epico film di Stanley Kubrick uscito nel 1975) che ci riporta un D’Annunzio diverso dalla solita iconografia dura e pura. Qui appare l’uomo con i suoi difetti, con la sua umanità, un uomo abbandonato al Vittoriale, un poeta, una mente lontana dalla follia fascista. Incisiva la produzione artistica curata da Salvatore Papotto con degli arrangiamenti particolari, onirici, in alcuni casi volutamente sghembi che richiamano al Battiato più pop, alla classica e all’elettronica inglese. Marasti con la sua voce delicata dona malinconia a certi pezzi e in altri esplode di rabbia teatrale. “Ultimo D’Annunzio” non è solamente un disco per chi ama ancora la vera canzone d’autore italiana, ma un’operazione culturale che ci conferma la bravura e la preparazione di Marasti, specialmente in tempi così vuoti.

Marco Sonaglia

 

Tracce

Al visitatore

La stanza della musica

Fiume!

La stanza della Leda

Il dono

Sala del Mappamondo

Da dietro il velo

Sala delle Reliquie

Notturno

 

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