MuleTone Records
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Non conoscevo Mark Muleman Massey ma per aumentare in modo esponenziale la curiosità nei suoi confronti, mi è bastata la foto sul suo profilo di facebook, dove è amichevolmente seduto ad un tavolino, di fianco al mitico Tony Joe White. Leggere della sua vita, poi, sulla cartella stampa che ci è stata fornita dal sempre preciso Frank Roszack, è stato come calarsi nelle atmosfere di un blues. Cresciuto a Clarksdale, in Mississippi, Mark Muleman Massey è nipote di mezzadri e le vicissitudini dell’adolescenza, lo hanno portato, a 19 anni, ad un periodo di detenzione nella prigione di Parchman. Paradossalmente, questa è stata la sua fortuna. Sino ad allora, Mark non aveva mai preso in mano una chitarra, ma grazie all’incontro con David Kimbrough, figlio del mitico Junior Kimbrough iniziò ad apprenderne i principali rudimenti, appassionandosi sempre di più, non solo alla chitarra, ma al blues in generale divenendo ben presto membro della Parchman Prison Band, con la quale ebbe la possibilità di aprire un concerto di B.B. King. Finito il suo periodo di detenzione, Mark ebbe la forza di trasformare un periodo negativo in positivo, come in una sorta di rinascita personale, sociale e, per nostra fortuna, anche artistica. Da allora ha suonato ovunque fosse possibile, partendo dai tipici juke joint, sino ad arrivare ai più prestigiosi festival, registrando con artisti come Bobby Rush, Eric Gales e Earl “Peanutt” Montgomery e avendo di nuovo la possibilità di aprire per altri concerti di B.B. King. Sebbene sia attivo da molti anni, soprattutto dal vivo, situazione a lui congeniale, la discografia di Mark Muleman Massey è esigua visto che il suo album di esordio, One Step Ahead of the Blues, è datato 2014. A ben dieci anni di distanza, sul finire del 2024, finalmente, Mark ha deciso di pubblicare Been A Long, Long Time, un album contenente undici tracce, ben otto delle quali a sua firma, coadiuvato nella composizione da due quotati autori come Ed Hill e Billy Lawson, più tre cover scelte con cura, Hey Good Looking di Hank Williams, That’s How I Got To Memphis di Tom T. Hall e I’m Sorry About That di Bobby Womack. Alle registrazioni hanno preso parte, oltre a Mark (voce e chitarra), una sorta di super gruppo, formato da Billy Lawson (chitarra, produzione artistica), Bob N Weaver (basso), Roger Starr (batteria), Clayton Ivey (eccezionale tastierista, produttore e compositore dalla carriera cinquantennale) e Jim Whitehead (Wurlitzer e Hammond B3), Robbert Fossen (armonica), Travis Wammack e Kelvin Holly (chitarre), The Webster Street Horns (sezione fiati) e The Avalon Sisters (cori). Registrato nel Wishbone Recording Studios, in Alabama, Been A Long, Long Time rappresenta alla perfezione il sound prediletto da Mark Muleman Massey poiché tutti i brani, pur tenendo come comune denominatore il blues, palesano le evidenti contaminazioni con R&B e, soprattutto, soul, grazie anche alla caratteristica e caratterizzante voce carica di pathos di Mark. Been A Long, Long Time è l’occasione per conoscere un bravo bluesman e gli altrettanto validi musicisti che lo hanno aiutato all’ottima riuscita dell’album.
Stefano Tognoni
Tracce
Been A Long, Long Time
Baby’s Gone
Can’t Tell Me Nothing About The Blues
Give Me Your Love
Hey Good Looking
That’s How I Got To Memphis
She’s Married To The Streets
I’m Sorry About That
My Used To Be
Going Back To Memphis
Your Good Stuff
Tagged Billy Lawson, blues, Frank Roszak, Mark Muleman Massey