Little Village Foundation
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Non c’è solo il blues nella sua formazione musicale, ma anche il soul, il r&b e il jazz, e probabilmente deve aver realizzato che le tre suddette forme amalgamate, erano più reattive in California che non a Chicago dove è nato. Sulla costa ovest si è trasferito negli anni sessanta dove oltre ad assimilare uno stile di vita da surfista, iniziò a suonare il sax ispirandosi a icone come: King Curtis, Junior Walker, Red Prysock, Red Holloway, ma anche ad altri musicisti dalla composita conformazione stilistica: Fats Domino, B.B.King, Ray Charles, dunque la vecchia immutabile scuola. Nel 1970 Hanck formò la sua prima band, ma la considerazione fu scarsa, di seguito incontrò Elvin Bishop il quale più volte lo invitò a far parte della sua band, invito che accettò nel 1977 rimanendo dieci anni. Hanck però aveva sempre in testa di riprovarci a mettersi in proprio, chiamò alcuni musicisti e dagli anni ottanta tornò a muoversi con un suo progetto, riscuotendo un diffuso riconoscimento anche in Europa dove conobbe un giovane chitarrista norvegese, Chris”Kid” Andersen. Lo portò negli Stati Uniti, rimase il suo chitarrista per quattro anni, prima di diventare un musicista/produttore di punta del panorama blues, soul, r&b. Intanto la carriera di Terry Hanck divenne sempre più solida fra dischi a suo nome e numerose collaborazioni, fra le quali, oltre che nelle registrazioni dell’amico Elvin Bishop, Little Smokey Smothers, JP Soars, Rick Estrin & The Nightcats, Amos Garret, Tracy Nelson, Alice Stuart, ecc, ecc. Riguardo a quest’ultimo disco, ecco una sua dichiarazione: la musica è importante non solo come intrattenimento, ma come forza connettiva che collega, tempo, luoghi e pensiero, e ancora: ascoltare questo disco è come immergersi in un pasto cucinato in casa, ogni sapore, ogni sfumatura è ponderata. È già dunque una chiara indicazione riguardo a cosa andremo ad assimilare, laddove Hanck ha apparecchiato la tavola, oltre che con l’aiuto del suo trio, con Kid Andersen nelle sue ordinarie vesti di produttore e polistrumentista, sua moglie Lisa Leuschner voce in un paio di pezzi e Jim Pugh tastiere. Con il caldo suono del suo sax tenore inizia a dare una spolverata di personalità a, Don’t Let The Green Grass Fool You di Wilson Pickett, per poi passare al ritmo sincopato di New Orleans, If A Politician Was A Doctor, che include un notevole misurato apporto di JP Soars con chitarra. Ottimo è il blues rallentato di, Come Back Baby, di Ray Charles, mentre, Overall Junction, è un trascinante strumentale con quel ritmo jump blues irrobustito fra la parte di chitarra, di sax, tastiera, e una instancabile sezione ritmica. Altro blues rallentato, autografo, è Run Run Baby, per poi fare ritorno ai ritmi di N.O con, Sick And Tired, di Fats Domino, dove al piano è seduto Mitch Wood, e continuare a sostenere il ritmo con il rock’n’roll di, Pins And Needles, e un rumba swing con, Midnight On The Reef, altro ingrediente del nuovo piacevole menù, preparato dal sassofonista cantante Terry Hanck e i suoi sodali.
Silvano Brambilla
Tracce
Don’t Let The Green Grass Fool You
If A Politician Was A Doctor
Best Years Of My Life
Come Back Baby
Goin’ Way Back Home Tonight
Overall Junction
Run Run Baby
Sick And Tired
Going Down Slow
When I Get My Shit Togheter
Pins And Needles
Midnight On The Reef
Tagged blues, Little Village Foundation, Terry Hanck