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Mike Sponza – Mike Sponza and Central European Orchestra

11 aprile 2014 by Luca Lupoli in Dischi, Recensioni

(EPOPS Music)
www.mikesponza.com 

La geografia è essenziale nel Blues. Ancora oggi, come se Internet non avesse annullato le distanze, si parla di Mississippi Blues, Chicago Blues, West Coast Blues e altro. E in Italia, per lungo tempo, per suonare il Blues dovevi venire da una realtà industriale: Milano, Torino, al massimo Genova con qualche eccezione illustre come Roberto Ciotti, un romano che speriamo di non scordare presto. Solo recentemente, con iniziative come l’EBU, sono emersi musicisti di varie provenienze. Sponza in questo senso è un’avanguardista, un uomo di frontiera, della Venezia-Giulia, che detto così già sa di prima guerra mondiale, di trincea. Invece Sponza già da molti anni ha fondato una specie di confederazione mittel-europea del Blues con musicisti provenienti dall’Europa dell’Est a noi più vicina, Croazia, Slovenia, e Ungheria non scordando l’Austria Felix. Musicista che ama le sfide e l’inusuale, una rarità in un mondo di copiatori ortodossi, Sponda vara con questo disco una sfida difficile e anti commerciale. Difficile perché il Blues orchestrale, ossia un gruppo di Blues con un’orchestra intera in accompagnamento, può risultare indigesto ad musicisti e ascoltatori, vedi la Siegel Schwall Blues Band che si unì, con risultati non esaltanti con la San Francisco Symphony Orchestra negli anni 70. Per la verità Corky Siegel, non contento, ci riprovò molti anni dopo con una piccola orchestra da camera in una fusione di molte, forse troppe, melodie. Sponza affida al direttore Primoz Grasic l’arrangiamento orchestrale di alcune sue composizioni, e il risultato è un CD con 13 pezzi replicato dal DVD contenente il relativo concerto al Barcolana Music Festival, in Trieste il 13 Ottobre 2013. Dietro Mike e il suo combo – Moreno Buttinar alla batteria, Mauro Tolot al basso, Matej Kuzel al sax – incede maestosa, elegante ed eppur discreta la Central European Orchestra, un battaglione di archi e ottoni e tre coristi. Le canzoni più ritmate come ”Running on Empty”, “Kakanic Blues”, “Fire” – con Ian Siegal al canto – acquistano in vigore, le altre nuove sfumature come nella miglior tradizione sponziana dove l’idea globale prende il sopravvento sulla prestazione singola. Senza voler esser sacrileghi, “I came to hear you saying goodbye” ha un retrogusto di Live at the Regal, con un arrangiamento corposo che letteralmente porta il cantato su una portantina. “Innocent Criminal” potrebbe esser uscita dai dischi di Billy Joel, e “S.G.W.” mantiene un approccio uptown, “Lighthouse Keeper” chiude con veemenza una prova riuscita e convincente al di là di tutte le obiezioni e prevenzioni verso un progetto che pochi appena immaginano. Sponza, con la sua chitarra e la sua voce lega e ricama incessantemente e coerentemente. Ha talento e creatività Mike, e la voglia di rompere questo conformismo imperante spacciato per ortodossia, un vocabolo che cancellerei volentieri dal dizionario musicale. Infine, come ulteriore nota di merito, si dovrebbe sottolineare la grandiosità – ben testimoniata dal DVD – di un concerto con più di 30 musicisti, laddove ormai si lesina persino sulla pelle dei tamburi.

Luca Lupoli

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