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Howard Jones, Union Chapel, Londra, 28 marzo 2017

29 marzo 2017 by Michele Manzotti in Concerti, Recensioni

www.howardjones.com

Una classe immensa. Come cantautore, come pianista, come interprete. Howard Jones ha fatto parte a pieno titolo della pattuglia di musicisti inglesi degli anni Ottanta che hanno avuto la fortuna di trovare nei videoclip una forma di diffusione della loro produzione. Un repertorio meno rock e più legato alla melodia rispetto al decennio precedente, ma con molta creatività e gusto. Proprio questi due aspetti sono alla base del songbook di Howard Jones con album come to one che hanno fatto storia. la data alla Union Chapel di Londra era forse la più attesa del tour che il musicista aveva programmato nel Regno Unito. La bellezza del luogo, una chiesa con un’acustica perfetta votata come miglior sala da concerto di Londra nel 2016, ha contribuito molto alla riuscita della serata con molti appassionati che negli anni Ottanta erano giovanissimi. Un concerto introdotto dalla cantautrice di New York Rachael Sage, che ha presentato alcuni brani dall’ultimo album Choreographic, perfetti per introdurre la serata dedicata a un cantautorato di qualità.

Poi è stata la volta di Howard Jones tenere il palco per ben due ore da solo con il suo pianoforte. Alternando i brani con la lettura delle richieste del pubblico e con alcuni racconti relativi agli anni d’oro (dove comparivano Mick Jagger, Pete Townshend, George Harrison e anche l’amico George Michael) Il cantautore ha proposto non solo i suoi pezzi da novanta, ma anche brani meno eseguiti dal fascino immutato. Come Little Bit of Snow, Sleep My Angel, Ordinary Heroes. poi i classici cantati anche dal pubblico come No One Is to Blame (tre milioni di copie vendute negli Stati Uniti), Everlasting Love, Hide and Seek, What Is Love. La voce è ancora perfetta, anche nei toni alti. la tecnica e il tocco pianistico invidiabili. Una serata dove la professionalità ha trionfato, facendo passare due ore indimenticabili a un pubblico molto motivato e che ha festeggiato a lungo il suo protagonista.

Michele Manzotti

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