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Special

Richard Lindgren, lo svedese di Pavia

1 ottobre 2017 by pdb in Special

(Rootsy Music / Ird)
www.rootsymusic.se

Richard Lindgren è uno di quei musicisti per cui le coordinate spazio temporali tendono a perdere un po’ del loro senso. Se è rimasto qualcosa della natia Svezia, è nel carattere soffuso, quasi sospeso della sua voce. La poetica musicale è invece strettamente legata al folk cantautoriale americano degli anni ’60 e ’70, mentre fisicamente non è raro trovarlo in Italia, precisamente dalle parti di Pavia – città della quale è innamorato da anni. Proprio in quei pressi è stato inciso tra il 2015 ed il 2016 “Malmostoso”, compendio elettroacustico di 11 canzoni originali. Alla genesi di “Malmostoso” è legato “A Hobo’s Selection”, disco “accessorio” che raccoglie 10 cover particolarmente amate da Lindgren.

Malmostoso

Il fatto che al centro delle narrazioni brumose di “Malmostoso” ci siano spesso personaggi e sfondi del nord Italia contribuisce a ingenerare nell’ascoltatore italico una sensazione straniante ed allo stesso tempo intrisa di sincerità e calore. C’è dell’ironia nell’idea di questo hobo sceso dalle lande svedesi per regalarci la vivida convinzione che si celino anche dalle nostre parti delle vere “blue highways” percorse da singolari “local heroes” della Bassa lombarda: “Let’s Go to Como Baby”, “Lonesome Giacomo” “Ragazzon Blues” (dedicata all’armonicista Jimmy Ragazzon, ovviamente presente nel brano), la conclusiva “Addio a Pavia” (graziata dal violino di Chiara Giacobbe) fanno la differenza – grazie anche alla capacità di Lindgren di restituire unicità a personaggi e scenari apparentemente ordinari. Ineccepibile anche la parte musicale, visto che Lindgern ha portato in sala d’incisione con se praticamente tutti i Mandolin Brothers (Marco Rovino alle chitarre elettriche, Riccardo Maccabruni al piano ed organo, Joe Barreca al basso, Daniele Negro alla batteria) più altri ospiti. Al netto di un po’ di sano campanilismo, Malmostoso è un disco semplicemente bello, una di quelle cose di cui ci si affeziona rapidamente.

 

A Hobo’s Selection

Nonostante sia stato concepito come parte del progetto di crowfunding che ha portato alle registrazioni di “Malmostoso”, “A Hobo’s Selection” – composto esclusivamente di brani di altri autori – ha piena autonomia e dignità: il merito è della sensibilità umana e musicale di Lindgren, capace di toccare gli elementi distintivi e profondi di un brano così da farli propri, senza dover ricorrere a spericolate peripezie interpretative. Si parte con una ispirata “One Too Many Mornings” (Bob Dylan), per proseguire con una ripresa realmente toccante di uno dei cavalli di battaglia di Hank Williams, “Cold, Cold Heart”. Altri santini che non ci stupiamo di trovare in questa sede sono quelli – tra gli altri – di Townes Van Zant (“Rex’s Blues”) e Tim Hardin (“Reason To Believe”). Tutto eseguito in punta di piedi e senso delle proporzioni, come è evidentemente nel carattere di Lindgren. Non è ben chiaro se “a Hobo’s Selection” sia stato un regalo per coloro che hanno partecipato al crowfunding di Malmostoso. Se così fosse, si è trattato di un dono prezioso.

Pietro Rubino

 

Tracklists

“Malmostoso”

Dunce’s Cap

Let’s Go To Como, Baby

Lonesome Giacomo

Ragazzon Blues

Merrion Row

Evil Love

Bluesy Moss

St Vincent’s Blues

Trouble In The Garden

Sailor Blue

Addio A Pavia

“A Hobo’s Selection”

One Too Many Mornings

Cold, Cold Heart

Flyin’ Shoes

I Hope That I Don’t Fall In Love With You

Dunce’s Cap

Raglan Road

From Four Till Late

Reason To Believe

Rex’s Blues

Dark Eyes

 

 

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