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Interviste

A Cumpagnia: “Il canto in Corsica è la cultura più importante”

10 novembre 2017 by Michele Manzotti in Interviste

www.acumpagnia.com

Un braccio di mare separa la Corsica dalla Toscana tanto che le due coste si salutano. Ma la cultura còrsa è ancora poco conosciuta nel lato italiano del Mar Tirreno. Un’occasione di incontro è l’appuntamento musicale in Cattedrale a Pisa di sabato 11 novembre inserito nel cartellone del Book Festival. A Cumpagnia, gruppo originario di Pigna, presenta in concerto “Pulifunie corse. Canti sacri”. A parlarne Guido Firroloni di Éditions Albiana che ha organizzato la serata.

A Cumpagnia è formata da cantanti e strumentisti, che concerto presenterete?

«Sarà un concerto esclusivamente vocale perché verranno proposti canti sacri che fanno parte della tradizione. Un repertorio che prende sia dal mondo popolare sia da quello religioso. A livello generale A Cumpagnia ha fatto varie esperienze musicali per quanto riguarda la musica dell’isola spaziando anche nella modernità. Questo anche per il motivo che i singoli componenti provengono o fanno parte anche di altre esperienze».

Quando si parla di polifonia in Corsica si indica una forma chiamata paghjella, ce la può descrivere?

«E’ un canto a tre voci: la seconda dà il tono, poi entra il basso che stabilizza la melodia, quindi è la volta della terza, la più acuta. Si tratta della nostra forma di canto tradizionale che è religiosa e popolare al tempo stesso. Nel primo caso è codificata dal francescanesimo, nell’altra si è tramandata oralmente. Solo negli anni Settanta questa cultura è stata recuperata in modo importante».

Ci sono versioni moderne?

«Oggi ogni località còrsa propone la propria visione della paghjella. Ci sono delle piccole varianti, ma a parer mio non sono percepibili da chi non è abituato ad ascoltarla. E’ anche un simbolo della confraternite religiose che sono molto importanti nell’isola e che vengono chiamate in tante occasioni per cantare come messe e funerali».

Vedendo la geografia dei gruppi più famosi, questi vengono prevalentemente dal nord dell’isola…

«Storicamente è sempre stato così, ma adesso anche nelle zone di Ajaccio, Sartene e Porto Vecchio si ascoltano formazioni di livello. Inoltre attorno a questa scena ce ne è anche una non propriamente professionale: nei paesi non è raro che attorno a una tavola o in spazi all’aperto si intoni un canto popolare, un po’ come succede nella vicina Sardegna».

La Corsica per storia e tradizione è un territorio affine a quello italiano. La vostra cultura quanto è conosciuta nel nostro Paese?

«Diciamo che il turismo da 25 anni ha fatto ritrovare agli italiani la strada della Corsica: le corse delle navi hanno reso più stretto il legame. La storia d’altra parte resiste così come le prossimità linguistiche. Questo appuntamento in un festival culturale è un modo ulteriore per conoscerci nelle nostre tradizioni».

Michele Manzotti

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