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Special

Linguaggi di jazz europeo

6 agosto 2018 by Michele Manzotti in Special

Il duo Slow formato dal chitarrista Tomasz Kazmarczyc e dal tastierista Krzystof Wermińsky è una delle realtà più interessanti dell’attuale scena polacca. La formazione, che ha iniziato la sua attività nel 2010, si apre a molti colleghi, come se fosse un collettivo. Alla ritmica si uniscono strumenti solisti (come il sax) e voci. I due album Art of Silence e Songs for Everyone mostrano sorprendentemente un’atmosfera tutt’altro che nordica, anzi molto solare e quasi mediterranea e una forte caratterizzazione melodica che pervade i brani. www.slowmusic.pl

Altrettanto melodico, ma dall’atmosfera diversa è il lavoro del violinista Bartosz Dworak e del suo quartetto. Di base a Cracovia, Dworak lancia un ponte tra le riminiscenze classiche e un linguaggio jazz moderno dove compare anche lo strumento sintetizzato nelle ultime tracce del disco Reflection. Spesso l’introduzione è affidata al contrabbasso di Jakub Dvorak che insieme al pianista Piotr Matusik collabora al dialogo. www.bartoszdworak.com

 

Dal piccolo stato del Lussemburgo il Greg Lamy Quartet si presenta con un ritmo deciso e momenti elettrici che sono sottolineati dal leader, il chitarrista Greg Lamy, che trova come controcanto principale quello del sassofonista Johannes Muller. L’album Press Enter dell’etichetta belga Igloo Records, mostra un bel lavoro di ricerca con l’evoluzione dei temi grazie a una base ritmica molto efficace e funzionale al progetto. www.greglamy.com

Anche il trio Reis Demuth Wiltgen viene dal Lussemburgo e il suo Once in a Blue Moon è stato stampato dall’italiana CamJazz dopo la registrazione fatta nello studio Artesuono con la cura di Stefano Amerio. Il pianista Michel Reis è l’autore principale dei brani con l’innesto di alcuni standards tra cui Both Sides Now di Joni Mitchell. Un lavoro complessivo che dimostra maturità creativa con una tecnica di riproposta continua dei temi molto originale. www.reisdemuthwiltgen.com

Un omaggio al bop e al suono West Coast arriva dallo statunitense Shannon “Saxman” Murray che ha trovato in terra francese musicisti ed etichetta per concretizzare i suoi progetti. The Stuff that Dreams are made of… presenta il pianoforte di Didier Frebouf come base importante per il suono di Saxman. Disco che magari non presenta grandi novità sonore ma è gradevole dall’inizio alla fine ricreando una bella atmosfera da club. mondeapartrecords.com/saxman-thestuffthatdreams

Irene Serra, italiana di base in Inghilterra, è leader di un quartetto per un suono che è un mix tra jazz e atmosfere pop. Un repertorio che permette di evidenziare una voce molto calda e piena di personalità. Sono due gli album finora incisi isq e isq too, dove la melodia è ovviamente curata con attenzione. Un’artista che potrebbe essere apprezzata anche dal vivo nel nostro paese. www.isqmusic.com

L’amore per Venezia del quartetto tedesco Distances ha portato all’incisione di un album dedicato alla città. La formazione, che vede anche il pianista italiano Marco Ponchiroli che firma gran parte dei brani, in Venice compie un viaggio musicale al di fuori dall’immaginario dei cliché turistici presentando un bop attuale ben eseguito e con belle idee, anche nei brani più lenti con la volontà di descrivere gli angoli nascosti di un luogo affascinante. www.glm.de

Michele Manzotti

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