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Recensioni

Daniele Sepe – The Cat with The Hat

(MvM / Goodfellas)
www.danielesepe.com

Ci sono timbri – suoni – che gli amanti del jazz (e non solo) sanno immediatamente riconoscere ed assegnare ad un artista ben preciso. Uno di questi è quello del sax di Gato Barbieri a cui Daniele Sepe ha dedicato il suo ultimo lavoro discografico The Cat with the Hat.  Si badi bene, non si tratta di un semplice omaggio: tranne che per Nunca Mas (Chapter One: Latin America del 1973) in questo disco non troverete altri brani originali dell’artista in questione. Qui si va oltre: Daniele Sepe organizza un viaggio sonoro attraverso i continenti nel nome di Gato Barbieri, omaggiandone appunto il riconoscibilissimo timbro, ed attraverso una serie di brani, alcuni molto tradizionali, che sono connessi tra di loro da un’idea, un concetto a dir poco sopraffino. L’idea cioè che essi sarebbero tutti piaciuti a Gato Barbieri ed il concetto di renderli su disco col suo timbro, il suo modo. E sono subito i colori de La Partida, dal repertorio di Victor Jara, artista da sempre caro a Daniele Sepe. La bellissima ed elegante versione di Love Theme from Spartacus è l’occasione per Stefano Bollani di fermare il tempo, eccellere nella sua consueta eleganza e cristallizzare le note in singole gemme che svettano sul tourbillon di suoni e colori di una band multietnica fatta di tante anime provenienti da tanti paesi diversi e qui riuniti per questo bellissimo omaggio. Il conosciutissimo motivo partenopeo di Canzone Appassionata è l’occasione per Daniele Sepe per stravolgere, rivisitare la tradizione e farci ritrovare in territori anch’essi multietnici ma più vicini al Santana di Toussaint L’Overture,dove la batteria è quella di Hamid Drake (Don Cherry, Herbie Hancock, Pharoah Sanders, Fred Anderson ed Archie Shepp, tra i tanti) e dove la chitarra elettrica di Franco Giacoia taglia in due la scena per inserirsi nervosa ed efficace.

Un giro del mondo, attraverso suoni e nazionalità, che Daniele Sepe ci fa compiere all’insegna del sound e della sensibilità di Gato Barbieri per poi tornare lì dove tutto è cominciato: nell’Argentina del tango, nella struggente Naranjo en flor dove il sax di Sepe si intrattiene in trio con i due argentini Roman Gomez al piano e Roberto Lagoa alla voce per poi lasciarci, oltremodo contenti, con una sorniona Odio l’Inverno nella quale Sepe stravolge la famosa Estate di Bruno Martino per riadattarla secondo un mood che sarebbe sicuramente piaciuto al Gato. Un disco-omaggio che è un caleidoscopio di colori, bandiere e culture differenti. A dispetto di sempre più presenti e fastidiosi sovranismi ed anacronistici nazionalismi, in questo disco si respira una bella aria, soprattutto si respira un’aria di libertà. Su tutto svetta consistente il sax di Daniele Sepe, un sax che riesce ad abbattere le frontiere e ad unirci in questo immaginario giro del mondo dove il ricordo ed il timbro di Gato Barbieri sono sì il motivo, la causa, l’occasione, ma con l’ascolto diventano anche la bandiera, lo splendente vessillo multietnico che , così come negli anni passati, tutto unisce sotto la potenza del suo suono. Costituisce valore aggiunto del disco, un corposo libretto in cui l’autore spiega le ragioni del suo omaggio raccontando efficacemente i singoli brani con spiegazioni anche tecniche che comunque risultano comprensibili anche ai non addetti ai lavori.

Giovanni de Liguori

Tracce

La partida (V. Jara)

Song for Che (C. Haden)

Love theme from Spartacus (A. North).

Montilla (D. Sepe var. trad.)

Canzone appassionata (E. A. Mario)

Los ejes de mi carreta (A. Yupanqui)

Io non canterò alla luna (A.Yupanqui)

Nunca mas (G. Barbieri)

Donne d’Irlanda Mná na h-Éirea

Naranjo en flor (V.Exposito)

Odio l’inverno (D.Sepe)

 

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