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Interviste

Silvia Bolognesi: “Ecco la mia OpenOrchestra”

20 febbraio 2020 by Michele Manzotti in Interviste

www.silviabolognesimusic.com
www.pisajazz.it
www.metastasio.it

Foto (c) Marco Benvenuti

E’ l’unica presenza italiana nell’attuale formazione dell’Art Ensemble of Chicago che vede la presenza dei componenti originari Roscoe Mitchell e Don Moye. Con Bolognesi, contrabbassista, parliamo del progetto Fonterossa OpenOrchestra prima di salire sul palco di MetJazz al Teatro Metastasio di Prato

Non è facile mettere insieme un gruppo con tanti musicisti.

«E’ vero, ma in questo caso il progetto è nato in modo molto spontaneo. Io ho una mia etichetta indipendente e dal 2015 nell’ambito di Pisa Jazz è stato dedicato uno spazio al marchio. Dal 2017 sono iniziati anche dei laboratori orchestrali con un organico atipico. L’intento era quello di lavorare su partiture non convenzionali, in modo creativo, all’interno di una ricerca che non era necessariamente jazz. I laboratori sono stati belli con musicisti preparatissimi e alla fine si era formato un gruppo solido. Quindi con Francesco Mariotti di Pisa Jazz abbiamo deciso di creare un organico stabile».

E’ più corretto parlare di Big Band o di orchestra?

«Sicuramente un’orchestra atipica, con un organico inusuale, che contiene strumenti tipici della classica come gli archi ma anche elettronica e un dj che suona i piatti dove girano i vinili».

Che tipo di repertorio dobbiamo aspettarci?

«Un concerto di musica improvvisata e diretta, con segni e cartelli dove diamo le indicazioni di stili che possono andare dal funky, allo swing, rock, ritmi latini. Ci saranno temi e forme di brani a sorpresa. Abbiamo in repertorio anche un pezzo dell’Art Ensemble, ma potrebbe uscire di tutto».

Ha ricordato l’Art Ensemble, come è lavorare con Roscoe Mitchell?

«E’ la più bella esperienza della mia vita. Tra l’altro lui e Don Moye sono continuamente in cerca di nuovi stimoli per portare avanti il progetto».

Michele Manzotti

 

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