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Peppe Fonte – Le canzoni di Piero Ciampi e di Pino Pavone

10 giugno 2020 by Marco Sonaglia in Dischi, Recensioni

(Squilibri editore)
www.peppefonte.it
www.squilibri.it

Quarant’anni fa ci lasciava Piero Ciampi, un genio sregolato, un livornese verace, un grande cantautore, uno che sulla carta d’identità ci aveva fatto scrivere poeta. Per omaggiare questo singolare personaggio, la sempre attenta Squilibri editore ha pubblicato il disco di Peppe Fonte “ Le canzoni di Piero Ciampi e Pino Pavone”. Un disco che racconta il legame tra Piero Ciampi e Pino Pavone, avvocato di Catanzaro (che lavorava con Roberto, il fratello di Piero) che è stato l’unico ad aver collaborato ai testi del cantautore livornese. In tutto questo legame si muove Peppe Fonte, anche lui amico di Pino Pavone e frequentatore di Ciampi, quando era giovanissimo. Il disco contiene dieci tracce di cui cinque scritte da Ciampi e Pavone, due da Ciampi (sempre con le musiche di Gianni Marchetti), due da Fonte e Pavone, una da Pavone. Un bel viaggio che ci porta a riscoprire brani come “In un palazzo di giustizia”, “Il Natale è il 24”, “Quaranta soldati quaranta sorelle”, “A passeggio con mia figlia”, “Raptus“, “ L’amore è tutto qui” dove emerge sempre l’interessante scrittura e il legame verso certe tematiche. Senza tralasciare un classico come “Tu no” o la struggente “Maledetti Amici” di Pino Pavone, che vinse la targa Tenco come opera prima nel 1992. Interessanti i due inediti composti da Fonte assieme a Pavone, il primo si intitola “Figlia di mare“ , lavorato su alcuni scritti ritrovati nella famosa valigia che Ciampi lasciò a casa Pavone prima di morire, con un testo molto ispirato ( “Nella torre non rimane nessuno, Cristo consegna la croce al primo venuto” , “ Se la vita che cerchi è la mano del vento, quando ai fiori dell’anno mancheranno gli assenti, se il castello di paglia brucerà sulla pelle, gli occhi saranno sangue di stelle “), il secondo “Questi poeti “ è ispirato da un manoscritto di poesie inedite ritrovate dopo la morte di Ciampi, un omaggio all’uomo e al poeta ( “ Non portano segni visibili né sorrisi facili, ma lo capisci subito che sono cazzi acidi la vita è una coperta un premio di stagione, figli di madre nobile ma debole di cuore”, “ Poeti in paranoia che vanno in processione, sulle promesse fragili del Dio delle canzoni, sputano la pazienza nei luridi portoni e se ci parli troppo si rompono i coglioni, questi poeti non hanno sorelle malinconici e bastardi, incrocio delle stelle con la rabbia, questi poeti dai sentimenti forti sono più vivi quando sono morti”). Un disco ben curato, a cominciare dalla direzione artistica e dagli arrangiamenti di Riccardo Biseo (che ha suonato il pianoforte e le tastiere) in odore di jazz con sfumature pop, che donano una nuova linfa a questi brani, rendendoli pure più accattivanti, grazie anche agli ottimi musicisti come Silvio Ariotta (contrabbasso e basso), Ismaele Rocca (batteria), Vito Procopio (sax alto e tenore), Franco Catricalà (basso elettrico). Peppe Fonte è protagonista di una prova canora e interpretativa di grande intensità, sempre misurata, con le dovute sfumature e la giusta dose di personalità. Confezione come sempre raffinata, con uno scritto di Sergio Secondiano Sacchi, uno di Beppe Fonte, i manoscritti di Piero Ciampi e le suggestive foto di Alberto Marchetti. Un disco consigliato a chi vuole scoprire Ciampi e per chi già ama queste canzoni, che appartengono alla nostra cultura, alla nostra vita.

Marco Sonaglia

 

Tracce

In un palazzo di giustizia

Tu no

Raptus

Maledetti amici

A passeggio con mia figlia ( Bambino mio)

Figlia di mare

Il Natale è il 24

Questi poeti

Quaranta soldati quaranta sorelle

L’amore è tutto qui

 

 

 

 

 

 

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