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The state I'm in

Paolo Giorgi, auguri per un amico

18 aprile 2022 by Michele Manzotti in The state I'm in

Le foto 1 e 2 sono tratte dal sito di Paolo Giorgi www.jop.it dove si trovano tutti i dettagli della sua attività artistica. La foto 1 è stata scattata al Teatro Everest del Galluzzo-Firenze, la 2 vede Giorgi, Gianni Rosati con la chitarra elettrica ed Ernesto De Pascale a destra alle tastiere nel primo concerto dei Lightshine al Duca D’Aosta di Firenze nel 1976. La foto 3 è stata scattata a Londra al Lock 17 @Dingwalls,  Camden Town il 5 ottobre 2007: da sinistra De Pascale, Giorgi, Michele Manzotti e J.D.Souther. La foto 4 è stata scattata al Teatro del Sale nel 2005 con i Lightshine. Sul sito www.n1m.com si possono ascoltare brani di Giorgi, che era molto orgoglioso del numero dei contatti. Pubblichiamo questo ricordo in occasione del compleanno di Giorgi, il 18 aprile, e a un mese dalla sua scomparsa.

La scomparsa recente di Paolo Giorgi all’età di 64 anni, ha lasciato un grande vuoto in due ambienti completamente diversi. Quello delle autostrade, ovvero la sua attività professionale dove era apprezzato anche per le sue doti umane, e quello della musica, la grandissima passione che lo ha portato a essere uno dei protagonisti della scena fiorentina negli anni Settanta. Qui la molla era partita da lontano, dagli anni del liceo quando Giorgi formò insieme ad altri amici il gruppo country rock Lightshine, a cui seguì l’esperienza con i Wildfire. Giorgi non era solo cantante e chitarrista, ma anche compositore: il suo primo brano è stato scritto all’età di 15 anni e successivamente ha costruito un catalogo di oltre 150 canzoni. L’attività musicale aveva poi ripreso vigore dal 2005 con la nuova esperienza Lightshine e soprattutto con la pubblicazione di tre dischi solisti: The Stage (2009), Secret Share (2016) e Nowadays and Yesterdays (2019). In quest’ultimo album era riuscito a coinvolgere uno dei musicisti inglesi che più apprezzava: Chris Simpson dei Magna Carta con il quale aveva anche cofirmato un brano. Ma Giorgi era soprattutto un matematico che si era dedicato ai sistemi intelligenti per il trasporto. Per 26 anni aveva lavorato per la società Autostrade fino al 2010 quando intraprese l’attività di libero professionista che lo ha portato a collaborare con organismi del settore all’estero. Il suo traguardo più importante in questo ambito è stata la progettazione del Sistema europeo di telepedaggio che arrivò a compimento nel settembre del 2020 con la prima sperimentazione, obiettivo raggiunto come consulente dell’Aiscat (l’associazione delle concessionarie autostradali). Fino a quando è stato possibile Giorgi ha sempre lavorato per lo sviluppo del progetto, così come parallelamente ha coltivato l’amore per la musica.

Michele Manzotti (da La Nazione Firenze, 9 aprile 2022)

Eravamo amici.

Siamo cresciuti insieme, compagni di banco per otto anni, letteralmente gomito a gomito dalla prima media alla quinta liceo.

Entrambi figli unici, abbiamo condiviso l’adolescenza e la scoperta del mondo intorno a noi.

Nel 1972 abbiamo comprato la nostra prima chitarra insieme, e abbiamo consumato i solchi dei nostri primi vinili per impararne le canzoni.

Abbiamo suonato insieme per anni, continuando poi ad aiutarci nei rispettivi progetti musicali fino a qualche settimana fa.

Componendo, suonando e cantando, Paolo ha espresso compiutamente la sua personalità.

Ho sempre ammirato la sua precisione, la consapevolezza delle sue capacità e delle sue priorità.

Questi tratti del suo carattere, uniti a una inesauribile creatività, hanno fatto di Paolo un signor Musicista.

Sempre in equilibrio fra fantasia e realtà, fra inventiva e raziocinio, fra intuito e riflessione.

Con lo stesso equilibrio, dopo la laurea in Matematica si era confezionato una carriera lavorativa originale e unica, unendo solide competenze tecniche e abilità relazionali nei rapporti istituzionali che la sua Società manteneva con le omologhe internazionali.

Paolo aveva un approccio metodico ed efficace anche nei suoi “hobbies”, come l’enigmistica o la liuteria, nei quali non era certo un dilettante anche se sosteneva di considerarsi tale.

Al tempo stesso, non conosco nessuno che sapesse raccontare barzellette come Paolo; pareva averne una riserva sterminata.

E la sua ironia era micidiale, come quando da ragazzi un giorno gli chiesi:

“Perché quando vengo a studiare a casa tua sono sempre in orario, ma tu a casa mia non arrivi mai puntuale”?

E lui, senza neanche pensarci: “Perché io sto più lontano.”

Ma la “sua” musica restava il suo mondo preferito.

Mi piaceva cogliere quell’attimo speciale, appena prima di iniziare a suonare, in cui lui spegneva per un istante la luce al mondo esterno per calarsi completamente nell’atmosfera della canzone, da vero professionista.

Quando suonavamo insieme, quell’attimo era il mio amuleto, la mia bussola: sapevo che Paolo “c’era”, e che seguendo lui non mi sarei perso.

Ma ieri, mentre accordavo la chitarra, le dita sono andate da sole sull’arpeggio iniziale di un lungo brano che da anni volevamo registrare insieme.

In quel momento, mi sono sentito perso.

Gianni Rosati

Uno dei tratti di Paolo Giorgi che colpivano di più era la gentilezza. Un modo di fare sempre educatissimo e accogliente che ti metteva subito a tuo agio. La musica era la sua grande passione, che coltivava con talento e maestria, sia nel suonare, sia nello scrivere canzoni che avevano appreso bene la lezione dei suoi artisti di riferimento, dal country rock al cantautorato west coast.

L’ho conosciuto quando Ernesto de Pascale, nel 2005, decise di riformare la loro prima band, nata tra i banchi del liceo, i Lightshine. Assieme a Gianni Rosati, coinvolsero anche me in quest’avventura. Un’avventura bellissima che ci ha portato a calcare i palchi insieme, arrangiando un repertorio di cover ma anche brani originali di Paolo ed Ernesto. Tra i ricordi ci sono i concerti con i Lightshine, il Premio Ciampi nel quale con Paolo, Gianni e gli Underfloor facemmo da “backing band” a uno dei cantautori premiati sul palco del Teatro Goldoni di Livorno.

Qualche anno più tardi partecipammo insieme anche a un divertentissimo tour per promuovere il primo album solista di Ernesto De Pascale, Morning Manic Music, che ci vide esibirsi di spalla agli Osanna. Ma il ricordo di Paolo è anche quello di tante session di registrazione per i suoi dischi solisti, lavorando insieme ai suoi brani. Oppure dell’impegno per organizzare i concerti italiani di artisti come Ken Nicol, per i quali Paolo si spese con grande generosità e dedizione.  Un’amicizia sempre accompagnata dalla sua musica. La stessa musica che ha il potere di lasciare una traccia che resterà indelebile nel tempo, così come il modo in cui Paolo ha saputo toccare l’animo di tanti di noi.

Giulia Nuti

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