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Lazy Lester – Traveling Days: Live In Italy

14 aprile 2024 by Silvano Brambilla in Dischi, Recensioni

New Shot Records
www.newshotrecords.com
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È indiscutibile che il Nave Blues Festival dalla sua prima volta nel 1985, per un totale di ventisei edizioni, ha di fatto rafforzato in Italia la storia del blues, per aver portato esponenti di due generazioni di bluesman neroamericani e bianchi, anche di casa nostra. Citiamone qualcuno. James Son Thomas, Jimmy Dawkins, Otis Rush, Lefty Dizz, Jessie Mae Hemphill, John Mayall, Charlie Musselwhite, Billy Branch, Nine Below Zero, Rudy Rotta, Joe Sarnataro (dietro al cui nome si celava Edoardo Bennato) & Blue Stuff, Roosevelt Booba Barnes, Lazy Lester. Questi ultimi due hanno partecipato all’edizione del 1991, e dei loro concerti c’è ora la testimonianza grazie alla New Shot Records che ha riversato in cd le registrazioni fatte dal promoter Gigi Bresciani. Di Booba Barnes ce ne siamo già occupati, ora siamo con Lazy Lester, cantante e armonicista non proveniente dalla Capitale del blues urbano, Chicago, ma da un luogo altrettanto basilare per la musica nera e bianca, la Louisiana. Il vero nome è Leslie Johnson, ma è conosciuto come, Lazy Lester (il pigro Lester), e dagli anni cinquanta fino alla sua morte nel 2018, è stato un’autorevole esponente dello swamp blues, uno stile tipico ispirato dalla cultura del sud della Louisiana, un andamento lento riflesso anche dalle tranquille zone paludose dei bayou, create dalle ramificazioni del fiume Mississippi prima di sfociare nell’Oceano Atlantico. Non si pensi però che sia uno stile monotono, quelle sonorità hanno una loro seduzione anche per intrecci con la musica popolare come il cajun o lo zydeco. Traveling Days: Live In Italy, è formato da nove tracce, ben accomodate dalle mani esperte di Renato Bottani, che evidenziano anche una produttiva intesa fra Lazy Lester e il trio che lo ha accompagnato, Joel Murphy chitarra, Roger Gregory basso, Tommy Shavers batteria. Si intuisce da subito quanto i caratteri generali del disco, ad iniziare da una persistente essenzialità, sono ben rappresentati, The Same Thing Could Happen To You, vive di quella intuizione cajun, per poi pronunciare quel pigro incedere swamp blues sia con un suo classico, Patrol Wagon Blues, che con, Irene. Due cover, se, Got My Mojo Working, ha quel passo ostinato, St. Louis Blues vive di un rifacimento leggermente più ritmato dello stile swamp. Il finale non poteva che essere scritto con il suo più noto francobollo, Sugar Coated Love. Un’altra piccola rara perla dal vivo.

Silvano Brambilla

 

Tracce

 

Intro

Tha Same Thing Could Happen To You

Patrol Wagon Blues

Got My Mojo Working

Baby Don’t You Wanna Go

Irene

St. Louis Blues

If You Think I’ve Lost You

Sugar Coated Love

 

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