il popolodelblues

Fringe

EDINBURGH 2012 – Homayun Sakhi Trio

15 ottobre 2012 by Michele Manzotti in Fringe

Edimburgo, Greyfriars Kirk, 17 agosto 2012

A fascinating journey into music from Afghanistan

Una volta tanto si può parlare di Afghanistan in modo differente. Le immagini di guerra lasciano spazio alle musica, alle note di un liuto particolare. Il rubâb è simile al sarod indiano, con tre corde principali, tre secondarie e 15 corde che risuonano per simpatia, una delle quali ha effetti percussivi. E’ uno strumento probabilmente inventato nel 18° secolo in un luogo a larga maggioranza dell’etnia pashtun, ed è considerato lo strumento nazionale afghano. Per farlo conoscere a un pubblico occidentale, come quello dell’Edindburgh International Festival, è salito sul palco del Greyfriars Kirk Homayun Sakhi, accompagnato da due percussionisti, Salar Nader alle tabla e Abbos Kosimov al doyra (simile al nostro tamburello) e al qayraq (nacchere di pietra). Sakhi, nato a Kabul nel 1976 è figlio d’arte. Nel 1992 la famiglia dovette trasferirsi in Pakistan per motivi politici e da lì in California dove tutt’ora vive. Il concerto era suddiviso in due parti: la prima dedicata ai raga, l’altra ai brani popolari delle varie aree afghane. Un’ora che ha ricordato la musica di un altro grande maestro dei raga indiani, quel Ravi Shankar che in occidente è ormai un’icona, ma che vive di luce propria con un andamento lento iniziale e un crescendo ritmico impressionante. Una caratteristica dinamica che si è ripetuta anche nei brani popolari: Nadler (nato in Germania e residente negli Stati Uniti) e Kosimov (uzbeko) si sono mostrati in simbiosi con Sakhi che è un maestro di virtuosismo e cantabilità. A lui il merito di far conoscere la musica del suo paese e lo strumento a una platea più vasta.

Michele Manzotti

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