il popolodelblues

Interviste

The Crimson ProjeKCt

2 aprile 2014 by Michele Manzotti in Interviste

www.king-crimson.com

Tre set diversi, un unico obiettivo. Regalare musiche e atmosfere di uno dei gruppi più amati dagli appassionati di rock a partire dagli anni ’70. I King Crimson, identificati con il leader storico Robert Fripp, hanno però avuto anche una storia più recente di cui fanno parte il cantante chitarrista Adrian Belew, il bassista Tony Levin e il batterista Pat Mastellotto. A loro si sono aggiunti Markus Reuter alla chitarra, Tobias Ralph alla batteria e Julie Slick al basso per una riproposta del doppio trio che aveva caratterizzato la formazione dalla metà degli anni ’90 in poi. Proprio per questo motivo il concerto che presentano nel tour italiano di The Crimson ProjeKCt è diviso in tre sezioni con i musicisti prima in trio, poi tutti insieme. Ne parliamo con Belew alla vigilia della sua data fiorentina del 2 aprile.

Il progetto è molto articolato e le chiedo cosa ha portato lei e i suoi colleghi a sviluppare questa idea…

“Ogni anno con Pat Mastellotto organizzavamo dei campus musicali a New York dedicati al repertorio dei King Crimson. Ci siamo accorti che avevano molto successo con musicisti che venivano da ogni parte del mondo. Pat suonava con Tony Levin e il suo progetto dedicato al suo particolare basso stick (Stick Men Trio) mentre io avevo il mio gruppo (Adrian Belew Power Trio). Quindi, visto che entrambe le formazioni avevano in repertorio brani dei King Crimson abbiamo deciso di unire le forze concentrandoci su brani del periodo in cui facevamo parte del gruppo”.

Come è lavorare con Robert Fripp?

“Io mi ritengo molto fortunato perché nonostante proveniamo da un ambiente musicale diverso abbiamo subito legato da un punto di vista personale. Spesso ci vediamo e per questo siamo rimasti amici. Poi lui è molto professionale, preciso e intransigente e questo può non piacere a molti, però vale la pena poter lavorare con lui”.

In Italia i King Crimson sono amatissimi, però questo legame è legato principalmente agli anni ’70. Nel concerto c’è qualcosa che non è legato al periodo più tardo, quello di cui avete fatto parte con Levin e Mastellotto?

“Presenteremo alcuni brani, come Red, che sono molto adatti alle nostre formazioni allargate. Però ritengo che l’epopea dei King Crimson sia molto vasta e importante e trascenda i decenni durante la quale si è sviluppata”.

Ha mai conosciuto Pete Sinfield, che con i suoi testi ha contribuito al grande successo della formazione?

“Purtroppo solo di sfuggita e non è mai capitato di parlare un po’ insieme. Ho invece rapporti con altri due King Crimson della formazione iniziale, come Ian McDonald e Peter Giles. Per tutti quanti loro, che hanno fatto delle cose bellissime insieme, ho un’ammirazione sconfinata”.

Michele Manzotti

Tagged , , ,

Related Posts