(Incipit / Egea)
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Il connubio poesia-musica se vogliano è prassi abituale nel lavoro di un cantautore, il cui mestiere è proprio quello di cesellare insieme versi e note. Diverso è prendere liriche già esistenti, tra l’altro di autori importanti, e metterle in musica. Patrizia Cirulli però ha coraggio da vendere: dopo aver affrontato un Lucio Battisti particolare come quello dell’album E’ già, ecco che si è rivolta a poeti come Oscar Wilde, Salvatore Quasimodo, Gabriele d’Annunzio, Catullo e tanti altri e ci ha aggiunto le sue idee musicali. Che non sono, come si potrebbe immaginare, legate a melodie malinconiche o eteree, ma sono realizzate con un’anima rock, anche se questo compare in parte. Patrizia Cirulli sa come trattare il materiale per dare slancio ai testi. Segnaliamo in particolar modo l’iniziale Ay! Had We Never Loved At All (su Wilde), Je t’adore à l’ègal de la voute nocturne (Baudelaire), la ballata acustica Quanno parlo cu te (De Filippo), l’elettronica in La Capra (Saba), la collaborazione con Fausto Mesolella in Dormo. Progetto ambizioso e interessante, oltre che musicalmente valido.
Michele Manzotti
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