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Rossella Seno – Pura come una bestemmia

12 giugno 2020 by Marco Sonaglia in Dischi, Recensioni

(Azzurra Music)
Pagina Facebook Rossella Seno

La cantattrice Rossella Seno torna con un nuovo lavoro , che già dal titolo non fa sconti: “Pura come una bestemmia”. Un titolo forte, ma anche provocatorio, contro una certa ipocrisia, un finto perbenismo e una copertina d’impatto, realizzata dallo street artist Marco Tarascio in arte Moby Dick, dove troviamo la cantante crocefissa insieme al Cristo, un’immagine che descrive bene la nostra società dove i crocefissi sono gli esseri umani o la natura martoriata. Un disco collettivo, perché la Seno si è circondata di nomi preziosi per realizzare questo progetto così ispirato, infatti troviamo le firme di Pino Pavone (per anni a fianco di Piero Ciampi), Federico Sirianni (validissimo cantautore), Michele Caccamo (poeta della fratellanza), Matteo Passante, Paolo Fiorucci e due testi presi in prestito da Edoardo Sanguineti e da Erri De Luca. Dal punto di vista musicale Massimo Germini (storico chitarrista di Roberto Vecchioni) ha realizzato otto canzoni, due Federico Sirianni, una Lino Rufo (cantautore blues) e una Piero Pintucci (collaboratore storico di Renato Zero). “Mare nostro” apre il disco e le parole di Erri De Luca pesano come macigni ( “Mare nostro che non sei nei cieli e abbracci i confini dell’isola e del mondo, sia benedetto il tuo sale, sia benedetto il tuo fondale, accogli le gremite imbarcazioni, senza una strada sopra le tue onde”), si prosegue con “Ascoltami o signore” una preghiera laica già pubblicata nel fortunato disco “Il Santo“ di Sirianni ( “Ascoltami o signore ho solo sette anni, ho perso tutto quello che potevo per i miei compleanni, sono già un uomo fatto, sono già un uomo morto, tre volte il gallo ha cantato, tre volte sono risorto”). Si tocca il tema della donna con “Principessa“ di Pavone (“ Concedo un’alleanza ai miei sospiri e vado avanti con quello che so fare, con la pazzia di una donna del mio tempo a denti stretti come gira il vento e mi difendo con le unghie e con i denti e mi trasformo non sono più la stessa, la gioventù è un lusso principessa”) e “La ballata delle donne “ di Sanguineti, impreziosita dalla voce calda di Mauro Ermanno Giovanardi dei La Crus (“ Perché la donna non è cielo, è terra carne di terra che non vuole guerra, è questa terra, che io fui seminato, vita ho vissuto che dentro ho piantato, qui cerco il caldo che il cuore ci sente, la lunga notte che divento niente”). Ancora parole forti per ricordare Cucchi con “Gli occhi di Stefano“ (“Stefano ha un calco premuto nel petto, saranno i piedi di qualche cadetto, adesso qui dentro è vietato parlare si teme la corte per tutti marziale”), Pavone invece omaggia Ciampi e Quasimodo nella delicata “La città è caduta“ (“La città è caduta non so come è finita e l’amore si stanca di affrontare la vita, la fontana è zoppa “Viso di primavera”, la battaglia è perduta “ Ed è subito sera”), un pizzico di sensualità in “ Luna su di me“ ( “Guardami gli occhi, cosa vedi? La luna su di me, guardami gli occhi inutili se credi che non ti ho amato mai, per questa bile magica per niente, le mani su di me, su questa luna scomoda d’Oriente, che non tramonta mai”). Ancora una donna protagonista del singolo “ La chiamano strega”, ispirata alla storia della biologa Simona Kossak che decise di abitare per trent’anni nella foresta di Bialowieza con uno stile di vita primitivo, lontano dalle odierne comodità ( “ C’è lì una fata che chiamano matta perché si è chiusa dentro alla grotta, la chiamano matta volete capirlo perché nel letto ha messo il giaciglio, perché ha voluto ascoltare la voce di questa natura finita in croce”), si aggiungono altre atmosfere con “ Io che quando posso “ e “ Remi e ali”. Si ritorna a parlare di violenza con “ Lasciatemi stare “ (“ Lasciatemi stare qui ferma in ginocchio come una stele a memoria impiantata , sono una donna un masso di roccia, io dentro al cuore sono stata asciugata”), l’organetto di Alessandro D’Alessandro ricama “Sei l’ ultimo“ (“ Sei l’ultimo bimbo che gioca coi lego, sei l’ultima luna dell’anno solare, sei l’ultimo amore bruciato all’altare, sei l’ultima riga di favole amare”). La mano sicura di Sirianni chiude il disco con “ Puri come una bestemmia” ( “ Scagliano pietre e lanciano bengala, mettono al rogo la madre e la bambina, hanno un Vangelo per la cena di gala e un Kirie Eleyson per la messa alla mattina… Ha gli occhi pesti e segni rossi sulla schiena, costole rotte e una catena alla caviglia, lui le accarezza la ferita e la cancrena, perché è tradizione che così si tenga una famiglia, il grano per la mietitura, il sangue per la vendemmia, hanno tutti il cuore puro, puro come una bestemmia). Massimo Germini, oltre ad essere il produttore esecutivo, ha curato gli arrangiamenti e ha suonato le varie chitarre, il mandolino, il basso e l’armonica, cercando un suono asciutto e vero, con un classico stile d’autore arricchito da sfumature folk e popolari, con inserti latino-gitani. Registrato da Lele Battista (che ha suonato pianoforte, tastiere, programmazioni e Glockenspiel), suonato da Emiliano Cava (percussioni), Saverio Gliozzi (Violoncello), Simone Rossetti (Violino), prodotto da Danilo Mariani, con la supervisione artistica di Alberto Menenti. Rossella Seno ha trasmesso tutto il suo amore per questo lavoro con un canto sofferto, viscerale, profondo, giocando sui giusti registri, un canto dove ogni tanto emerge l’attrice che aggiunge colore ad un’interpretazione che ricorda Gabriella Ferri e la primissima Mia Martini. Un lavoro non facile, che richiede vari ascolti per essere assimilato al meglio, un disco che denuncia la nostra società fatta di violenza, di indifferenza, che non accetta il diverso, che non rispetta l’ambiente, che non ha memoria, tutti elementi che lo rendono urgente e attuale più che mai.

Marco Sonaglia

 

Tracce

Mare nostro

Ascoltami o signore

Principessa

La ballata delle donne

Gli occhi di Stefano

La città è caduta

Luna su di me

La chiamano strega

Io che quando posso

Remi e ali

Lasciatemi stare

Sei l’ultimo

Puri come una bestemmia

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