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Recensioni

AmericanaFestUk, editor’s choice, gennaio-febbraio 2021

5 febbraio 2021 by Michele Manzotti in Concerti, Recensioni

www.theamauk.org

La formula da remoto dell’AmericanaFestUk ha pernesso di poter ascoltare gli artisti in programma anche nei giorni successivi alla sua durata (fino alla mezzanotte dell’11 febbraio, ora di Londra, informazioni sul sito). Visto che, come nel caso della rassegna dal vivo, i set erano spesso concomitanti l’occasione è buona per ascoltare artisti meritevoli di attenzione, scelti tra i tanti del cartellone. A partire da The Northern Belle, un settetto costruito attorno alla frontwoman, la cantautrice Stine Andreassen (foto 1). Il gruppo viene dalla Norvegia, ma questo non impedisce di creare e interpretare sonorità che sono proprie di Oltreoceano e di farlo molto bene. L’esibizione, che si è svolta in trio, ha mostrato brani di grande qualità come No Rush, Pink Skies, To be a Mother, l’affascinante Gemini.

Abbiamo trovato i Dustbowl Revival (foto 2) molto bravi e altrettanto divertenti. La loro base losangelina permette loro di inserire momenti latini (e in alcuni casi anche caraibici) in una struttura sonora West Coast e roots al tempo stesso. Attorno al leader (Il cantante e chitarrista Z.Lupetin, originario di Chicago) c’è, oltre alla ritmica, una sezione fiati eccezionale formata da Matt Rubin a tromba e flicorno e Ulf Bjorlin al trombone, che contribuisce a dare un colore brillante ai brani tratti dal recente album Is It You, Is It Me.

The Good Lovelies (foto 3) sono un trio country folk canadese, composto da Caroline Brooks, Kerri Ough e Sue Passmore. Di base nell’Ontario del sud, le tre strumentiste e cantanti mostrano armonie vocali di grande fascino attorno ai quali sono pensati e realizzati i brani (come Last Night, Waiting for you, When We Were Young, Icy Cold) che accarezzano l’ascoltatore con le loro melodie. Un progetto che è attivo da 2006 e che ha prodotto nove album a lunga durata.

Il cantautorato di Joshua Burnside (foto 4) è stato protagonista del primo Official Folk Album Chart Launch dello scorso ottobre. Da Belfast, dove è di base, aveva presentato brani di ottimo livello tratti dal disco Into The Depths of Hell. Pur muovendosi in un linguaggio all’interno del folk anglosassone e a sonorità della sua terra, Burnside sa come sviluppare una propria cifra stilistica grazie a una voce autorevole e di grande fascino e a una capacità creativa non comune (Noa Mercier, Will YouGo As Must I, Nothing for Ye).

Michele Manzotti

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